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A POLLICA IL MEDITERRANEO INCONTRA IL CILE

 



Il Gruppo Italea Campania, parte del programma di promozione del turismo delle radici lanciato dal Ministero degli Esteri, sta generando delle importanti connessioni culturali, gastronomiche e sociali tra la cultura e il patrimonio del Mediterraneo con le tradizioni e la storia sudamericana. Italea è un progetto dedicato sia a chi conosce già le proprie origini italiane e vuole organizzare un viaggio per scoprire e ritrovare i luoghi, i costumi e la cultura dei propri avi, sia a chi le deve identificare, e che potrà avvalersi di una rete di professionisti esperti e affidabili. All’interno della programmazione delle iniziative del gruppo campano, si è svolto presso il Castello del Comune di Pollica un interessantissimo Laboratorio delle radici, che ha visto la partecipazione dell’Ambasciata del Cile in Italia e del Ministero dell’Agricoltura del Cile. Nel corso del laboratorio, numerosi campani residenti nel continente sudamericano hanno partecipato ai lavori per vivere un’esperienza culturale unica, un vero e proprio teatro gastronomico. Agricoltori locali, ricercatori del Crea, esperti di turismo e chef si sono riuniti per analizzare, affrontare e dibattere sulla tutela della biodiversità, lo scambio dei sapori e degli antichi saperi, le tecniche contemporanee di coltivazione sostenibile e le ricette tipiche della tradizione mediterranea e di quella cilena. La partecipazione della cuoca cilena Ana Maria Yañez Catrillanca e dell’ambasciatrice della regione di O’Higgins, Cecilia Vargas, ha consentito di scoprire la grande vastità dell’ecosistema marino e la promozione delle ricette autoctone del Paese.

Il Cile vanta una gastronomia molto variegata a base di prodotti agricoli e il grande legame che il Paese nutre verso l’Oceano ha permesso il diffondersi di numerose ricette con varie specie di pesci, molluschi, crostacei e alghe, fattori che hanno contribuito a rendere il pesce un elemento imprescindibile della cucina del Cile. In Patagonia, inoltre, famosa è la zuppa di centolla, un enorme granchio la cui polpa viene utilizzata per una specie di zuppa con peperoni o patate.

La connessione gastronomica e culturale con la realtà cilentana si è avuta grazie alla chef Gabriella Mazziotti, cultrice e profonda conoscitrice del patrimonio materiale e immateriale che vi è dietro il mondo delle olive ammaccate e con Donatella Marino e Vittorio Ramboldo, che con le “Alici di Menaica”, promuovono quotidianamente l’antica pesca sostenibile del Cilento. A Pollica, numerosi turisti, appassionati e cittadini d’Oltreoceano hanno approfondito gli aspetti legati alla salute e alla corretta alimentazione, sperimentando un concreto “Laboratorio delle radici” centrato sullo scambio sinergico di conoscenze culturali e gastronomiche. Un esempio importante per implementare il progetto “Turismo delle radici”, che vede il Comune di Pollica alla guida di un partenariato insieme ai Comuni di Cicerale, Laureana CilentoMontecorice, Omignano, Prignano Cilento, Rutino, Serramezzana, Sessa Cilento, Stella CilentoSan Mauro Cilento e Torchiara. L’obiettivo principale del progetto è quello di offrire ai visitatori l’opportunità di esplorare a fondo i luoghi delle loro origini, permettendo loro di riscoprire la cultura delle loro radici attraverso tradizioni, testimonianze, artigianato e gastronomia.

A cura di Domenico Letizia 

Fonte: L' opinione.it

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