L'inquinamento degli oceani

 


L'inquinamento di
microplatiche negli oceani riflette la crescita esponenziale nella produzione di plastica ormai consumiamo quasi 450 miliardi di chili di plastica. Secondo il World Economic Forum la produzione di plastica potrebbe aumentare entro il 2050 rispetto ai livelli del 2016.

Un team internazionale di ricercatori ha ipotizzato che la quantità di plastica presente negli oceani è oltre tra i tra gli 82mila e i 358mila miliardi di particelle per un totale di kili che va dall' 1,08 ai 4,8 miliardi.

Gli scienziati ora sono in grado di dire che le nanoplastiche nell' ambiente sono ormai abbastanza piccole da entrare nelle cellule, se questo studio fosse corretto si ipotizzerebbe che le piccole cellule presenti negli oceani supererebbe i migliaia di miliardi.

Nonostante, lo studio si trova nelle fasi iniziali gli scienziati sono in grado di ipotizzare che le piccole cellule potrebbero entrare nel nostro organismo e nel nostro corpo, finendo nel sangue, nell' intestino, nei polmoni, nella placenta e persino nelle prime feci dei neonati.

Erkisin e Corfin hanno scoperto attraverso una ricerca che tra il 1990 e il 2005 le particelle hanno subito delle fluttuazioni, questo potrebbe essere dispeso dalla capacità degli accordi internazionali, come le norne del 1988 che limitano l'inquinamento da platica delle navi.

Le norme introdotte nel 1988 sono state molto importanti per diminuire la produzione di plastica, i ricercatori però hanno scoperto che a partire dagli anni duemila il numero di particelle è decisamente stato impattante per l' inquinamento degli oceani.

La loro previsione che nel 2040 l' inquinamento della plastica aumenterà di 2,6 volte a meno che non vengano introdotti interventi drastici.


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