La neuroplasticità la capacità del nostro cervello di modificarsi




 La capacità neuroplasticità del cervello permette al sistema nervoso di organizzare la sua struttura, le sue connessioni e il suo funzionamento. Una coppia o un gruppo di neuroni possono rafforzare le loro interconnessioni nel momento in cui sono attivi ripetutamente nello stesso momento ovvero in maniera sincrona. Questo principio è noto anche come legge di Hebb, la trasmissione sinaptica tra neuroni è facilitata ogni volta che un circuito nervoso è frequentemente attivo e i neuroni pre e post sinaptici sono stati attivati simultaneamente.

Neuroplasticità e apprendimento

In passato si riteneva che la plasticità fosse limitatati a periodi specifici della vita, è che una volta acquisite le capacità non potevano più essere modificate.
Effettivamente la plasticità varia con il variare dello sviluppo ed è massima in specifiche finestre temporali, note come periodi critici. In questi periodi è necessario che la persona sia sottoposta a trattamento sensoriali per poter stabilire rappresentazioni corticali ottimali, infatti dopo la chiusura di questi periodi critici, impedisce significativi cambiamenti nella plasticità del cervello.
Il passaggio a uno stato plastico a uno stato più fisso è vantaggioso in quanto consente il consolidamento e il mantenimento di più complesse funzioni percettive, motorie, e cognitive, ma se l' esperienza è anormale o assente possono esserci significativi effetti negativi come la mancata acquisizione di abilità sensoriali e cognitive.
La riduzione di questa flessibilità a livello celebrale è dovuta è dovuta al processo di aptosi, cioè la morte cellulare programmata, nella quale le cellule che non rilevanti per  una certa abilità cognitiva in una precisa area celebrale vengono eliminate. Il momento in cui ciò avviene è determino da un fattore biologico che stabilisce quando una certa area deve maturare. 
Un esempio esemplificativo è quello di di Hubel e Wiesel (1977), che svolsero esperimenti su alcuni animali, hanno testato gli effetti della cucitura della palpebra di gatti e scimmie neonate e quindi la mancanza di esposizione alla retina a stimolazione esterne.
Se ciò perdura oltre il terzo mese si verifica una cecità irreversibile dell' animale, con un deficit irreversibile della maturazione della corteccia occipitale, se le palperete venivano scucite entro uno o due mesi, l'animale era in grado di acquisire le abilità  visive.

Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2023/05/neuroplasticita/

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