Perché non tolleriamo le critiche?

 



Si dice ne uccide più la lingua che la spada proprio per indicare il potere che può generare una critica quando ferisce.

E' in effetti quindi quanti di noi, davanti per esempio ad un feedback negativo dato dal capoufficio e di un professore ricordano i punti da migliorare più i punti da migliorare che quelli per cui siamo stati elogiati? E quanti a dispetto dell' età adulta, ancora soffrono quando ricordano una brutta figura che si è svolta alle elementari?

Ricordi negativi

Non è un caso se le memorie negative sono dolorose e rimangono particolarmente impresse nel nostro cervello.
E' la conseguenza del fatto che gli stimoli negativi producono una risposta molto più forte nella corteccia celebrale rispetto a quelli positivi o neutri.
Guardare un viso arrabbiato, perfino se lo vediamo per una frazione di secondo trasmette un segnale d' allarme nell'amigdala, una zona del nostro cervello, e attiva il meccanismo ancestrale del fuggi o combatti spiega lo psicologo americano Rick Hansen.
Una volta che l'amigdala è in allerta, le esperienze e gli eventi negativi vengono subito immagazzinati nella memoria, mentre le esperienze e gli eventi positivi devono essere registrati al cervello per una dozzina di secondi prima di essere fissati.
Secondo gli studi scientifici già tra gli 8 e i 14 mesi i bambini reagiscono più rapidamente a un ' immagine di una faccia arrabbiata che di una felice. E ciò si verifica poiché la capacità di badare alle minacce dirette, ma anche potenzialmente alle notizie cattive, è stata determinante per i nostri antenati.
Visto che essere un può più accorti voleva dire riuscire a tramandare i propri geni, 

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