Mentre Barbie tinge il mondo di rosa, il fast fashion ci capitalizza su
E' passato poco più di un mese dall' attentissimo film Barbie diretto da Greta Gerwing, diventato record d' incassi in poche settimane, il mondo si è già tinto di rosa. O meglio il mondo grazie all' iconica bambola, attraversa ondate di rosa fin dal 1959, anno in cui è stata immessa sul mercato, diventando molto di più di un semplice giocattolo. Quest' anno il film l'ha riportata sul mercato in grande stile, facendola uscire dalle sale cinematografiche ispirati al roseo mondo dalla barbie.
Dalla pagina Google cambia colore e lancia stelline fino alla maionese in edizione speciale, passando per la moda.
Mentre i marchi di lusso hanno fatto tutto per vestire la protagonista Margot Robbie, durante il tour promozionale andando a scomodare capi d' archivio di Versace o recuperare la collezione di Moschino disegnata da Jeremy Scott, i marchi del fast fashion hanno fatto ciò che riesce meglio per andare a intercettare il grande pubblico offrire in tempo reale collezioni ispirate al film.
Zara, Shein, Asos, Bohoo, Ovs, Alcott, Kiabi e Gap hanno tutti lanciato le loro collezioni liberamente ispirate all' iconica bionda, spingendo acceleratore per andare a capitalizzare sul trend Barbiecore fatto sempre attuale. T- shirt sulle quali trionfa l'iconico logo a soli 13 euro, orecchini a 5 euro e costumi da bagno a partire da 15 euro, ma anche pigiami, prodotti di bellezza e per la casa.
Niente di nuovo al merchandising legato a film, serie tv, ingrassa le casse dei grandi marchi che hanno la vista giusta per sfruttare fenomeni pop e aumentare le vendite, facendo sentire i comuni mortali più vicini agli eroi dei film, preferiti grazie ad una maglietta a una tazza stampata. In questo caso però il rosa di empowering di facciata legati alle tematiche trattate nel film si scontra con la realtà produttiva di queste aziende che di fatto sottopagando le lavoratrici, spesso violandole i diritti, lanciare una collezione rosa non aiuta il problema. Né quello etico né tantomeno quello legato alla sovrapproduzione, che continua imperterrita a rilanciare capi di scarsa qualità ed emotiva, che ci metterà l' ennesimo vestito che ricorda il guardaroba di Barbie a finire nel dimenticatoio e poi qualche discarica dall' altra parte del mondo. Insomma, piace a tutti vestirsi per una serata a tema o un' esperienza legata a un film, ma forse non era necessario produrre intere collezioni e spingere le persone a comprare il nuovo trend. Collezioni di fast fashion come al solito derivati da materiali di plastica vergine, che contribuiscono a depredare le risorse, e inquinare acqua e suolo e aria.
A questo punto con un sorriso amaro viene in mente la frase pronunciata da Sasha a Barbie all' inizio del film: Stai uccidendo il pianeta con la tua glorificazione del consumo dilagante. Pensando alle innumerevoli collezioni di fast fashion ispirate a Barbie, questo messaggio non può essere tristemente vero.
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