Da mulino bianco al mulino nero, ecco perché lo post sui genitori separati è ancora uno stereotipo
Non è un mulino nuovo. Non è il supermercato di una rappresentazione stereotipata di famiglia. E' uno stereotipo di famiglia, apparentemente è la storia di una famiglia con genitori separati, il che sarebbe uno spaccato di realtà, una ventata di aria fresca, la legittimazione mediatica di altri tipi di famiglia che non siamo quella idillica a cui probabilmente a cui siamo abituati "la Famiglia del Mulino Bianco". In realtà, ricalca i peggiori luoghi comuni sulla separazione come momento necessariamente drammatico. L' eccezione di valore, sulla separazione in quanto tale, appare non priva di ricadute politiche: il coinvolgimento emotivo dei bambini come collante fra genitori che non vanno più d' accordo risulta probabilmente.
La pesca il titolo il titoli del nuovo spot Esselunga
In sintesi una bambina prende una pesca al supermercato con sua mamma, la stessa pesca servirà alla bambina per tentare di far dialogare tra loro i genitori separati, la bambina infatti, fingerà che si tratti di un regali che la mamma manda la papà per il suo tramite.
Che cosa vuole suscitare in noi questo spot?
Se si rivolge alle famiglie unite e felici, il sentimento ovviamente sarà di pietà e malinconia e tenerezza per i figli che pagano il prezzo più alto nella separazione tra i genitori. Una forma super benevola di stigma. E già qui viene fuori l' equazione:
Famiglia unita = famiglia felice
La cosa peggiore è il sentimento che quasi certamente questo spot potrà innescare in una famiglia disunita, e in particolare in una coppia di genitori separati, un feroce, disumano, giudicante senso di colpa. Per aver scelto di interrompere un rapporto di coppia in un paese incapace di scindere quest' ultimo dal rapporto di genitorialità che ciascuno ha von i propri figli.
La tossicità di questa narrazione consiste nel considerare necessariamente drammatica una separazione che spesso coincide con una liberazione, con una decompressione delle tensioni coniugali, che si ripercuotono sulla serenità dei figli nel quotidiano.
In questo senso una famiglia separata può essere assai più felice di una famiglia di una famiglia claustrofobicamente, irrimediabilmente, violentemente unita.
Incredibile che siamo ancora qui a difendere il divorzio a 53 anni dall' approvazione della legge che lo rese possibile. Questa segna con grande efficacia il termometro del nostro paese in tema di famiglia.
Un momento di attenzione merita lungo il cortometraggio in cui il povero papà si illude che davvero la mamma possa avergli recapitato quel regalo, sognante alza lo sguardo verso la finestra dove spera di vederla affacciata, ma dietro i verti purtroppo non c'è nessuno.
Per non parlare del passaggio in cui la bambina si chiude nel suo silenzio dimostrando disinteresse rispetto alla giornata trascorsa a scuola, diciamo che le aziende nel 2023 potrebbero evitare di stigmatizzare quello che spesso costruisce un rimedio a situazioni di grave oppressione, e non passi il messaggio che sia giusto sacrificarsi per i figli.
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