Sempre più papà chiedono il congedo per occuparsi dei figli
Il congedo parentale è cambiato, l'ultima modifica di legge di bilancio aggiunge un mese in più di astensione facoltativa dal lavoro all' ottanta percento dei dipendenti con figli di età inferiore ai sei anni, ma solo nel 2024. Eppure per i neogenitori il periodi di astensione obbligatoria non cambia, questo significa che solo le madri ad oggi continuano a godere dei cinque mesi, mentre i padri appena dieci giorni. Questa disparità non penalizza solamente le donne su cui viene affidata la maggior parte del carico di cura, ma penalizza anche gli uomini, a cui viene negato il diritto di seguire da vicino l' infanzia dei propri figli. Non è un caso che sempre più papà chiedono un apposito congedo, anche non retribuito, per occuparsi dei figli.
In Italia si fanno sempre meno figli, ma gli uomini che diventano padri e hanno voglia di trascorrere più tempo in famiglia sono in crescita. A parlare sono i dati di una ricerca condotta da Manageritalia in collaborazione con Ipsos, secondo cui l' ottantacinque percento dei manager under 45 in Italia vorrebbe avare più tempo da passare insieme ai propri figli, una delle proposte più diffuse è quella di rendere il congedo parentale obbligatorio e dunque retribuito al cento per cento come già avviene con il congedo di maternità, e paternità per i lavoratori dipendenti. A desiderare questa riforma sono a sorpresa più padri che madri, segno che anche chi ricopre posizioni dirigenziali sarebbe disposto a lasciare temporaneamente il proprio lavoro per ritagliarsi del tempo di qualità con i figli.
Può essere che si tratti di una delle tante conseguenze del Covid, che ha portato ha una valorizzazione del proprio tempo e al recupero di determinati valori che si credevano persi, sta di fatto che tra gli uomini c'è tanto desiderio di paternità. Lo dimostra lì utilizzo sempre più diffuso del relativo congedo si è passati al 48,53 percento del 2017 al 57.60 percento del 2021. Nonostante gli interventi del governo permangono significative disuguaglianze a livello geografico e di impresa. Secondo il report di Save the Children pare che il congedo parentale sia utilizzato di più dai padri del Nord rispetto a quelli del Sud Italia. A dominare la classifica sono poi i papà che lavorano nelle grandi imprese, e quelli che hanno un contatto a tempo indeterminato o a tempo pieno.
Nonostante i padri abbiano un ruolo fondamentale nella crescita del figlio, tanto quanto le madri, il diritto di trascorrere più tempo con loro viene ancora oggi negato da un congedo di paternità quasi inesistente di soli dieci giorni che penalizza mamme, papà e figli. Forse sarebbe il caso di portare avanti questa battaglia sociale e culturale tutti insieme.
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