A NAPOLI IL WORKSHOP NAZIONALE SULLE TECNOLOGIE DELLA DISSALAZIONE E DEL RIUSO DELL’ACQUA
Fonte: L'Opinione della Libertà
Si è svolto il 24 giugno a Napoli, presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn, il workshop nazionale sul tema della dissalazione e del riuso delle Acque depurate, organizzato dal gruppo Westmed, dalla Federazione del Mare e dal Blue Italian Cluster - Big. Numerosi gli esperti, gli imprenditori e i professori universitari che si sono riuniti per approfondire le opportunità, le criticità e le prospettive innovative della dissalazione delle acque. I lavori sono stati coordinati da Leonardo Manzari, del National Hub di WestMed; Giovanni Caprino, presidente del Cluster Tecnologico nazionale sulla blue economy – Big e Laurence Martin, segretario generale della Federazione del Mare.
La dissalazione non deve essere emergenziale ma divenire una parte considerevole della pianificazione idrica nazionale. L’obiettivo è quello di sviluppare una logica di sistema Italia e una filiera della dissalazione, spingendo nel promuovere una forte innovazione del settore, un ciclo integrato di valorizzazione dell’acqua di mare e pensando anche all’idea di una nuova associazione specifica sulla dissalazione e il riuso dell’acqua. La pratica della dissalazione è estremamente importante ma deve conciliarsi con l’ambiente e con la salute dei cittadini. Gli esperti convenuti condividono l’idea di considerare le novità della filiera come un investimento pubblico crescente che, per quanto riguarda le isole minori, diviene importante se si vuole valorizzare la realtà geografica del Mediterraneo. Il 40 per cento dei sistemi di depurazione presenti sulle isole minori italiane non è adeguato ai parametri della sostenibilità e alle politiche anti-spreco. Un problema importante che va affrontato per consentire alle istituzioni insulari di liberarsi delle navi cisterna per il rifornimento idrico. I lavori hanno affrontato anche la tematica della scarsità idrica nel bacino del Mediterraneo e l’urgente opportunità di assistenza tecnica italiana in tema di riuso delle acque depurate e di dissalazione, riportando l’esperienza dell’esperto internazionale Emilio Gabbrielli.
Numerose le startup e le imprese che hanno partecipato, con i contributi di Vito Paolo Scarongella sul progetto dell’impianto di dissalazione di Tara; Silvio Oliva, direttore dell’International Desalination Association – Ida; Franco Andaloro, della Fondazione degli Ordine dei Biologi; Giorgio Micale, professore dell’Università di Palermo e profondo conoscitore delle innovative opportunità legate ai dissalatori mobili per le realtà insulari e Roberto Fiume, direttore Business Development di Fisia Italimpianti. Ai lavori sono intervenuti anche Thomas van Gilst dell’European Investment Bank; Andrea Rossi della Sace; Carmine De Rienzo di Sim Spa e Giancarlo Teresi, dirigente dell’Associazione Infrastrutture – Mobilità – Trasporti marittimi della Regione Sicilia.
Nel corso dell’evento si sono analizzate anche le opportunità della cooperazione tra Italia e Algeria in tema di blue economy e dissalazione, ricordando la progettualità dell’Algeria che prevede la costruzione di cinque impianti di dissalazione nel Paese africano. Opportunità che l’Italia, rincorrendo le priorità del Piano Mattei, deve saper cogliere e ottimizzare. Tra le innovazioni meritevoli di attenzione le progettualità legate agli impianti di desalinizzazione offshore, che consentono di desalinizzare l’acqua in ambiente marino.
Il processo di dissalazione consiste nel separare la frazione salina delle acque marine e salmastre per la produzione di acqua a basso contenuto di sali, da utilizzare sia a fini civili che produttivi. Gli impianti di dissalazione si suddividono in due macrocategorie a seconda del processo impiegato, quelli basati su processi termici e quelli basati sull’osmosi inversa, quest’ultima è attualmente la tecnologia più utilizzata. La dissalazione richiede energia per ottenere la separazione di acqua dolce dalla soluzione salina ed è, pertanto, intrinsecamente energivora, ma numerose sono le novità provenienti dalla diversificazione energetica e dalla sostenibilità. Un processo che presenta degli impatti ambientali da considerare attentamente nella valutazione del rapporto costi/benefici ed è necessario garantirne una adeguata gestione di tutte le fasi al fine di limitarne gli impatti negativi sulla salute umana e sull’ambiente.
Commenti
Posta un commento