Depressione e disturbi mentali in aumento, numeri da pandemia ma pochi servizi di cura

 


La prevalenza dei disturbi mentali sta facendo superare quelle delle patologie cardiovascolari. Depressione e altri malattie psichiche saranno le più diffuse nel mondo già prima del 2030, anno in cui l' Organizzazione Mondiale della Sanità avevano stimato i numeri del sorpasso, numeri che valgono in Italia il quattro percento del prodotto interno lordo. Senza contare la diminuzione dell' aspettava di vita di dieci anni, a livello globale si stima che si perdono circa 12 miliardi di giornate lavorative a causa di depressione, stress e ansia con un costi di un trilione di dollari all' anno in termini di produttività. Secondo alcuni numeri ricordati dagli psichiatri della Sip nella giornata Mondiale della Salute Mondiale, a fronte delle dimensioni pandemiche raggiunte dai disturbi mentali non si registra un corrispondente aumento dei servizi di cura, in particolare nel nostro Paese. I Dipartimenti di Salute Mentale sono infatti diminuiti di numero dai 183 del 2015 ai 139 del 2023, e stanno vivendo una profonda crisi del personale medico si stima che il prossimo anno mancheranno all' appello altri mille psichiatri. La realtà che a causa di un decennio che ha visto quintuplicare i casi di molte malattie psichiatriche, soprattutto tra i più giovani una categoria molto fragile, l' Italia della salute mentale si è trovata ad armi impari con la società che cambia, con sempre meno risorse, sempre meno strutture psichiatriche, sempre meno strutture pubbliche e sempre meno personale che abbandona i dipartimenti per mancanza di sicurezza e di certezze professionali evidenzia Emi Bondi presidente uscente della Sip e componente del tavolo tecnico del governo sulla salute mentale del Ministero della Salute. 

Troppi ormai anche i casi di violenza quotidiana soprattutto nell' ambito del pronto soccorso. Senza contare l' enorme difficoltà di svolgere ricerca scientifica pubblica. Tutto questo finisce per gravare sui pazienti che si trovano più soli, con meno assistenza e meno attenzioni. Nessun bonus potrà mai compensare alla carenza di risorse tolte al servizio pubblico e alla medicina territoriale, vero punto di riferimento per la popolazione, che ha bisogno di investimenti strutturali annunciati da tempo ma mai resi disponibili.   

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