I modelli fuorvianti dei social




 La nostra immagine riflessa nello specchio spesso ci porta a giudicarci in modo molto negativo riducendoci a considerarci come delle briciole; molto spesso ciò accade a causa di tutte quelle immagini che vediamo comparire sui social, in tv, mostrando come la società vorrebbe come il nostro corpo dovrebbe apparire agli occhi degli altri.

In questo modo finiamo per dimenticarci chi siamo e ci riduciamo ad essere degli “automi” per come le persone ci vorrebbero.

La moda in primis ha trasformato la società e le persone, imponendo molto spesso canoni estetici inarrivabili che comportano l’essere magre e non troppo formose, trasformando gli esseri umani in ciò che non vogliono essere.

Per essere bella devi essere magra e non troppo in carne, infatti molto spesso le modelle che vediamo sfilare nelle passerelle rappresentano canoni estetici irraggiungibili per le persone comuni che devono fare i conti con il proprio aspetto, non dettato dalle regole imposte dalla società.

Così iniziano commenti negativi e critiche se non ti adegui e accetti queste regole e cerchi di cambiare il sistema, cercando di imporre diversi canoni estetici viene considerato come qualcosa di inaccettabile e criticabile.

Negli ultimi anni ci sono persone che hanno cercato di modificare a loro modo il sistema ma sono finite per passare come “borderline” rispetto alle stringenti della collettività.

In questo modo si finisce per odiare sé stessi perché si cerca di cambiare e non omologarsi.

I social dovrebbero mostrare anche l’umanità delle persone e i loro difetti perché anche cercando di cancellarli loro restano e non se ne vanno.

Molto spesso questo tipo di immagini può generare nei giovani un senso di inadeguatezza, generando conseguenze sia a livello psicologico che a livello fisico, come errati comportamenti alimentari: episodi  di anoressia, bulimia, che portano a creare disagio e ad isolarsi ulteriormente.

Insegniamo alle persone che cosa significa amare sé stessi non dovendosi sempre giudicare sottoponendosi al tribunale dei troll online.

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