Fotografata in HD, la diversità genetica dei primati
Dai gorilla agli scimpanzé, dai macachi, agli oranghi, è inedita fotografia ad alta risoluzione della diversità genetica dei primati. Quella, che emerge da dieci studi scientifici su cui otto pubblicati su Science Advances. I loro risultati, nuovi spunti, non solo a migliorare gli sforzi di conservazione, di questa specie, sempre più minacciata da cambiamenti climatici, perdita di habitat, bracconaggio e traffici illegali, ma anche a capire meglio l' origine genetica di molte malattie umane.
Lo studio principale dello speciale guidato da Lucas Kuderma, dell' Istituto di Biologia Evolutiva, in Spagna, ha esaminato in particolare, il genoma di oltre 800 esemplari, provenienti da Asia, America, Africa, Madagascar e appartenenti a 233 specie di primati, quadruplicando di fatto il numero di genomi di primati ad oggi disponibili.
Questa mole di dati ha permesso di datare meglio il momento, in cui si sono separate le strade evolutive di scimpanzè e umani, la divergenza sarebbe avvenuta tra 9,0 e 6,9 milioni di anni fa, dunque prima rispetto a quanto stimato in precedenza.
Inoltre, ha consentito di individuare oltre 4 milioni, di mutazioni che influiscono sulla composizione degli aminoacidi e possono alterare le funzione delle proteine, provocando malattie negli umani. Grazie, a questo nuovo catalogo genomico è stato infine, dimezzato il numero di innovazioni genomiche che si credevano esclusive degli esseri umani. Diventa così, più facile identificare le mutazioni, non condivise con i primati che potrebbero di conseguenza, essere uniche per l' evoluzione umana e per le caratteristiche, che ci rendono umani.
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