Cos' è il Climate Quitting e perché influenza il mondo del lavoro?

 



Sempre più lavoratori presentano le dimissioni, se l' azienda non rispetta i principi di sostenibilità ambientale, una tendenza che incomincia a toccare maggiormente le nuove generazioni. Ma in cosa consiste il "Climate Quitting"?

Il primo tra i termini coniati, per descrivere un fenomeno di massa nel mondo del lavoro, come il fenomeno delle grandi dimissioni il "Great Resignation", ovvero la tendenza di un' intera generazione di lavoratori, insoddisfatti a lasciare un impiego, non prettamente in linea con le proprie ambizioni professionali e desideri, e a mettersi in cerca di nuove strade. E' stato il turno del "Quiet Quitting", ovvero la necessità di aderire il proprio lavoro ai propri bisogni è non il contrario: orari di lavoro che fossero rispettosi per poter vivere anche, la propria vita privata, niente straordinari e costi, precedenza alla salute fisica e mentale rispetto alla carriera.

Adesso nel mondo del lavoro, va delineandosi e affermandosi una nuova tendenza.

Che cos'è il Climate Quitting?

Il Climate Quitting, è quella tendenza crescente di chiedere alle aziende per cui lavorano, di intraprendere azioni concrete a favore del clima, è in caso contrario si arriva al licenziamento. Alla basa di questa tendenza, c'è il rispetto dei cosiddetti criteri ESG, acronimo che sta Environmental Social e Governance. Tre pilasri che fanno riferimento ai valori aziendali e alla trasperenza. 
Per i lavoratori, di cui stiamo parlando, è fondamentale che i datori di lavori investano nella sostenibilità ambientale, senza dover scendere nel "green washing", ovvero quell' insieme di azioni e campagne finalizzate a dare al pubblico la parvenza dell' impegno ambientale, senza però investirci sul serio. Da qui la presa di posizioni, il mancato rispetto di questi criteri, comporta le dimissioni.

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