Gli adulti comprendono sempre meno i giovani oltre un adolescente su due blocca i suoi "boomer"
I grandi non ci capiscono, un pensiero che da sempre fa capolino nella mente dei giovani. Ma per gli adolescenti di oggi, questa sensazione è arrivata ai massimi livelli, tra gli under diciotto oggi, infatti, sostiene che oltre la metà ritiene che gli adulti li riescono a comprendere sempre meno. E appena il quindici percento si sente compreso. A segnalarlo è una ricerca condotta dall' Istituto Demopolis a dall' Unione Sociale su un campione di 1080 adolescenti compresi tra gli undici e i diciotto anni.
I grandi molto distratti e poco aggiornati
Tra gli elementi a detta della generazione Z a Alpha, contribuiscono ad allargare la distanza tra i due universi c'è prima di tutto il fatto che le persone della classe precedente non capiscono che i tempi sono molto cambiati rispetto a quando erano giovani loro, così per il 62 percento degli intervistati. A seguire, l' idea che da parte dei grandi ci sia ci sia una totale noncuranza di quello che pensano i piccoli a dirlo è il 46 percento. Al terzo posto troviamo la percezione che i cosiddetti "Boomer" non comprendono il rapporto tra i ragazzi e la dimensione digitale, in particolare con i social network, il 41 percento colpevolizza gli adulti per questo, molto quotata a la dimensione di non capire desideri, passioni, priorità, sentimenti e timori delle nuove generazioni.
E poi c'è la questione del cosiddetto dialogo in casa. A renderlo complicato soprattutto per i genitori ci sono tre fattori. Per cominciare il fatto di non mettersi in discussione e di avere sempre la regione per il 38 percento, senza contare i voti scolastici come indice di soddisfazione se ne lamenta il 33 percento. Infine la caratteristica di apparire distanti e fingere di ascoltare ciò che dicono i figli, ma anche di pretendere troppo dai ragazzi, caricandoli sempre di troppe responsabilità entrambi gli aspetti vengono rivelati da un intervistato su quattro, e nel caso delle ragazze le percentuali crescono maggiormente.
Il confronto tra figli e genitori è ai minimi termini
Solamente il quaranta percento dice di condividere con una certa frequenza le proprie idee ai genitori i propri pensieri con i genitori. Quasi il doppio preferisce farlo con amici e coetanei. Ma mamme e papà sono fortemente insidiati anche da fratelli e sorelle che ottengono un buon trenta percento di preferenza. I genitori risalgono alla gerarchia dei confessori giusto se c'è un problema in questi casi è il 43 percento a deciderne di palarne. I fratelli perdono un po' di affidabilità, interpellati solo dal ventidue percento. Ma la via che rimane più battuta è quella dei coetanei, percorsa da circa i due terzi degli intervistati il 64 percento, anche se la questione è più delicata.
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