Dall'esclusione all'inclusione: Il lungo cammino verso l'uguaglianza e l'equità

 



Inclusione è un termine contemporaneo derivato dal concetto inglese "inclusion". In italiano, significa "includere, inserire dentro, comprendere in una serie", ma nel contesto sociale e scolastico, si amplia e diventa un concetto tecnico che indica un modo di agire e di pensare.

L' esclusione

Storicamente, si può dire che "c'era una volta l'esclusione". L'esclusione riguardava tutti gli individui abbandonati, poveri, diversi, disabili. In ambito scolastico, coloro che erano considerati "anormali" erano esclusi. La separazione tra "diversi" e "normali" era vista come necessaria per non rallentare il progresso dei "normali".

Fino agli anni '50, l'esclusione era la norma. Questo nonostante la Costituzione italiana, che nell'articolo 3 dichiara:

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."

Mentre  l'articolo 34 sostiene che

"La scuola è aperta a tutti. L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso."

La scuola e i bambini con disabilità fisiche

Nonostante ciò, i bambini con disabilità fisiche, psichiche o sensoriali dovevano frequentare scuole speciali. Lo Stato inizia a intervenire negli anni '60, rafforzando gli Istituti Speciali a favore dei disabili lievi e gravi. I movimenti sociali e scolastici del '68 danno voce anche ai disabili, evidenziando i diritti umani e promuovendo una società più equa e partecipativa.

Numerose leggi hanno segnato il cambiamento. La Legge 118/1971 include i mutilati e gli invalidi civili nella scuola dell'obbligo, ma ancora esclude i ciechi, i sordi e i disabili intellettivi gravi. Solo nel 1976 la Legge 360 permette l'ingresso dei ciechi, seguita dalla Legge 517 del 1977 per i sordi. Tuttavia, le barriere architettoniche e la disorganizzazione causano un "inserimento selvaggio".

Per migliorare la situazione, nel 1974 viene nominata la Commissione Falcucci, che elabora una documentazione importante sul profilo pedagogico. Questo segna il passaggio dall'assistenza all'integrazione, con un aiuto strutturato e la necessità di una scuola senza barriere architettoniche. La Legge 517/1977 apporta significative modifiche, ammettendo i sordi alle scuole comuni e promuovendo l'integrazione degli handicappati.

La Legge 104/1992 rappresenta una pietra miliare, trattando l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone disabili in vari ambiti, incluso quello scolastico. La legge prevede il coinvolgimento di medici, assistenti, politici e insegnanti per migliorare la vita delle persone con disabilità, includendo il diritto all'educazione e all'istruzione. Vengono istituiti corsi di specializzazione per insegnanti di sostegno e l'integrazione degli alunni con disabilità in ogni grado scolastico.

Le Linee Guida del 2009 per l'integrazione scolastica delineano un sistema educativo trasformato che mira all'inclusione, rispondendo ai bisogni specifici degli alunni con disabilità e promuovendo uguali opportunità indipendentemente dalle abilità, genere, linguaggio, origine etnica o culturale.

Le nuove linee guida del 2024 rappresentano un passo avanti significativo verso un'educazione inclusiva e di qualità per tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro abilità. Con l'aggiornamento continuo delle pratiche e delle normative, l'Italia si impegna a creare una scuola davvero accogliente e inclusiva.

Per ulteriori dettagli, è possibile consultare i documenti ufficiali disponibili sul sito del Ministero dell'Istruzione e su altre piattaforme informative dedicate all'istruzione​ (Mi - Ministero dell'istruzione)​​ (Mi - Ministero dell'istruzione)​​

 

Riflessione

Il percorso dall'esclusione all'inclusione nella scuola italiana rappresenta una trasformazione profonda e significativa, riflettendo un cambiamento culturale e sociale che va oltre le semplici riforme legislative. Negli anni '50, la separazione tra "normali" e "diversi" era una realtà accettata e poco contestata, nonostante i principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione italiana. Questa separazione non solo negava a molti il diritto all'istruzione, ma perpetuava un sistema di disuguaglianze profondamente radicate.

L'evoluzione verso l'integrazione, iniziata con le prime leggi degli anni '70 e culminata con la Legge 104/1992, ha portato a un cambiamento radicale: le persone con disabilità non sono più viste come casi da assistere passivamente, ma come cittadini con diritti e potenzialità da valorizzare. Questa trasformazione ha richiesto non solo modifiche strutturali e organizzative, come l'abbattimento delle barriere architettoniche e la formazione di insegnanti specializzati, ma anche un cambiamento di mentalità.

L'inclusione non è semplicemente un obiettivo da raggiungere, ma un processo continuo che richiede impegno, risorse e un costante adattamento alle esigenze specifiche di ogni individuo. Questo approccio valorizza la diversità come un'opportunità di arricchimento per tutti e promuove una società più giusta ed equa. In questo senso, l'inclusione scolastica diventa un modello per l'intera comunità, dimostrando che l'uguaglianza di opportunità non è solo un ideale astratto, ma una pratica realizzabile e indispensabile per il progresso umano.

 

 

H.EDDA

https://edda-cacchioni.over-blog.it/

 

 

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