Louise Butcher: corre la maratona di Londra a petto nudo per sfidare lo stigma che circonda la mastectomia



Ancora oggi, il tema della mastectomia al seno, è ancora un' argomento tabù e spesso osteggiato dalla società e viene visto come, uno stigma sociale che faticosamente spesso, si riesce a togliere, perché per molte persone la mancanza di seno viene vista ancora, in modo negativo, nonostante sappiamo bene, quali siano le reali motivazioni che portano alla sua esportazione. Una runner inglese, invece ha deciso di voler eliminare questo "marchio" sociale, si chiama Louise Butcher, 55 anni, lo scorso 21 aprile ha deciso di sfidare questo discredito sociale legato alla mastectomia e alla mancanza di seno, gareggiando a petto nudo, durante la maratona di Londra.



Nel 2022 la donna si è ammalata di tumore, in seguito ha subito l' asportazione di entrambi i seni e ora per scelta, ha deciso di non sottoporsi alla chirurgia ricostruttiva. 

Come farlo?

La donna si è chiesta: "Come posso fare per ridurre lo stigma che circonda la mastectomia e come posso normalizzarlo?" Butcher ha spiegato in un' intervista rilasciata a Reuters come, un evento simile, fosse il luogo ideale, perché vedendo qualcuno correre in questo modo, con un gesto così potente e forte mostri come, si possa andare avanti, dopo il cancro, sottolineando che, è un tipo di messaggio che, raramente si vede in giro. 

Correre a petto nudo, mentre soffriva di cancro, le ha permesso di trovare in questo sport dei punti fermi e conforto in un momento veramente difficile della sua vita e anche, ricco di profondi cambiamenti, infatti ha chiarito dicendo: << Il cancro ha cambiato ogni cosa: il modo in cui, le persone mi guardavano, la mia famiglia, la mia mentalità... ma avevo un focus, e quello è rimasto >>. 

L' accettazione di se stessa

La corsa l' ha aiutata nel percorso di guarigione verso l' accettazione delle ferite e delle cicatrici lasciate dall' operazione, si tratta sia di segni emotivi che fisici, indelebili, che rappresentano la sua lotta contro il cancro, capaci purtroppo anche, di minare l' autostima verso sé stessi e la propria percezione corporea. Fortunatamente, per Butcher quelle cicatrici si sono trasformate in un segno di forza e resilienza, da mostrare con orgoglio, senza doversi vergognare. 

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