Violenza ostetrica progetto guidato dall' Università di Udine

 


L' università di Udine alla guida di un progetto europeo per combattere la violenza ostetrica. La violenza ostetrica si riferisce a qualsiasi comportamento pratica o atteggiamento da parte del personale medico durante la gravidanza, il parto e il post-parto che causa umiliazione, maltrattamenti fisici o psicologici.

In che modi può manifestarsi ?

A seconda del momento dell' intervento ostetrico può assumere svariate forme dai comportamenti umilianti e sminuenti, di forzare posizioni posture, o procedure dolorose senza anestesia durante il parto. In Italia è stato subito dal ventuno percento di madri su un campione di un milione di donne intervistate.

Riconoscere la violenza ostetrica e formare il personale sanitario è fondamentale per garantire il rispetto assoluto dei diritti della donna durante il parto e migliorare nel modo più assoluto la qualità dell' assistenza del personale sanitario, l' Università di Udine ha deciso perciò di investire in un progetto europeo innovativo chiamato "Obstetric Violence" l' Ateneo propone di costruire un' alleanza tra comunità scientifica, professionisti, decisori politici, donne e società civile grazie a una piattaforma digitale internazionale. 
Grazie a questo strumento si contribuirà al dibattito sociale, politico e medico su questo importantissimo tema. 
Questo progetto rappresenta un passo avanti fondamentale per garantire un' esperienza di parto sicura e rispettosa, nella speranza che si arrivi presto ad una legge che protegga il più possibile le donne da questi abusi. 
La violenza ostetrica è un tema molto delicato e molto poco dibattuto una vera e propria forma di violenza taciuta per troppo tempo e che finalmente che sta venendo a galla.
Tanto che l' OMS nella sua dichiarazione "Prevenzione ed eliminazione dell' abuso della mancanza di rispetto durante l' assistenza al parto presso le strutture ospedaliere" e sottolinea inoltre il diritto a essere libere nel cercare, ricevere, e ottenere informazioni, ad essere libere anche dalla discriminazione che molto spesso si manifesta ed ad usufruire del più alto standard raggiungibile di salute fisica e mentale. 
Purtroppo in Italia non esiste ancora una legge al riguardo, nel 2016 venne proposta dal deputato Zaccagnini, ma diventò un nulla di fatto.
Nel nostro piccolo pensiamo che il primo passo sta nella divulgazione, una maggiore consapevolezza delle donne sui propri diritti e sulle "red fleg" da non ignorare, significa maggiore libertà e rispetto dei diritti nell' esercitarli senza sentirsi in colpa. 



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