Nell' ultimo anno in Usa 170 mila donne hanno varcato il confine per abortire

 



Mentre il G7 a guida italiana è diventato un caso l' eliminazione della parola "aborto" dalla bozza del documento una firma leader politici, sostituita da una forma che riconferma gli impegni presi a Hiroshima un anno fa per "accesso universale adeguato e sostenibile ai servizi sanitari per le donne, compresi i diritti alla riproduzione", un preoccupante studio pubblicato sul New York Times mostra come nel 2023 siano state 171 mila le donne che hanno varcato il confine per abortire. Un dato che raddoppia i numeri del 2019 e che è l' effetto di politiche più severe di alcuni stati a guida repubblicana in tema di diritti civili. 

Negli Usa le donne varcano i confini per abortire 

A far luce sul difficile accesso all' aborto in una parte degli stati Uniti è il Guttmarcher Institute, no-profit newyorkese che si occupa di tutelare le donne. Secondo l' ultimo studio sono più di quattordici mila i pazienti che hanno lasciato il Texas, uno degli stati più integralisti per il divieto di aborto, per sottoporsi a un intervento in New Mexico. Sedicimila sono partite dal sud per andare nell' Illinois, quasi dodici mila sono andate in North Carolina partendo dal South Carolina e Georgia. Da quando la Corte Suprema ha deciso di annullare il diritto federale dell' interruzione di gravidanza nel 2022, capovolgendo la sentenza Rose vs Wade del 1973, è questa è la nuova drammatica normalità per decine di migliaia di donne, che non riescono più ad essere adeguatamente tutelate nei loro diritti riproduttivi. 
In totale sono tredici gli stati che hanno vietato o limitato l' aborto, rendendo necessario affrontare un viaggio molto più lungo per le donne che preferiscono ricorrere all' interruzione di gravidanza, con evidenti ripercussioni anche dal punto di vista economico. Nella maggior parte di questi stati anche il ricorso alla pillola resta vietato, in Texas è stato introdotto il Fetal Heartbeat Bill. una legge che impone il divieto di abortire non appena sia possibile percepire il battito fetale, vale a dire sei settimane di vita del feto, accanto alla possibilità di un premio in denaro di dieci mila dollari per chiunque denunci un caso di aborto. Un sistema di polizia inquietante e totalmente anacronistico, non stupisce perché allora di fronte a queste restrizioni le donne cerchino una soluzione oltre confine percorrendo centinaia di chilometri. 
Viaggi della speranza ma anche del dolore perché ricordiamolo l' aborto non è mai una scelta semplice per una donna. Negli ultimi cinque anni queste trasferte per un intervento chirurgico che potrebbe essere svolto agilmente in qualsiasi studio medico, sono aumentate in modo esponenziale. Se alcuni stati hanno approvato restrizioni per rendere l' aborto impossibile, altri stanno investendo nei servizi sanitari per rendere l' interruzione di gravidanza più accessibile. 
L' Illinois ha investito fino a ventitré milioni di dollari per potenziare servizi clinici e affrontare la nuova ondata. Come ricorda l' Agi, grazie alle donazioni e ai finanziamenti statali dell' amministrazione di Chicago Abortion Fund che garantisce, in media circa 880 dollari al paziente che ha bisogno di sottoporsi ad un intervento chirurgico nell' Illinois, più di trecento dollari rispetto a quanto versava nel 2019. A dimostrazione di un' America che viaggia a due velocità e a due binari diversi, da una parte l' ottuso conservatorismo di chi vorrebbe riportare indietro le lancette dell' orologio, dall' altre parte il fronte liberale e liberatorio, che cerca di raccogliere bisogni e richieste di migliaia di donne, accompagnandole nel delicato percorso fisico e psicologico dell' interruzione di gravidanza. Su questo piano si giocherà la campagna elettorale nei prossimi mesi tra Donald Trump e Joe Biden per la corsa alla casa Bianca. 



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