Le parole del padre di Filippo Turetta in carcere

 



Il femminicidio della giovane ragazza Giulia Cecchetin, a opera del suo fidanzato Filippo Turetta, rappresenta un primo e un dopo, in questo ennesimo caso di femminicidio. Il primo è stato quando, tutti sono scesi in strada gridando, che non ci doveva essere un' altra Giulia Cecchetin e il dopo sono state le intercettazioni del fidanzato in carcere che secondo la famiglia, della ragazza veneta, dove il padre del ragazzo sembra "normalizzare", tutto ciò, guardando le statistiche. Infatti, dopo quell' efferato evento, è stato registrato un aumento statistico del numero di denunce di donne vittime di violenza e soprusi, presso le Autorità.

Infatti, durante l' intercettazione avvenuta in carcere il padre del ragazzo, giustifica il figlio, cercando in qualche modo, di normalizzare quell' orrenda statica di femminicidi, dicendo: << Hai avuto un momento di debolezza >>. E continua: << Devi farti forza. Non sei l'unico. Ci sono stati altri 200 femminicidi. Hai fatto qualcosa, però non sei un mafioso, non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza >>. 



Immediatamente la sorella Elena Cecchettin, ha commentato quelle parole sui social, esortando: " Di mostri non ce ne sono, c'è solo una normalizzazione sistematica della violenza. Nessuna vittima deve rimanere una statica", e aggiunge: "Continuiamo a fare rumore e rompere questo silenzio omertoso."

 Anche il cugino di Giulia, Giovanni Passarotto, ha commentato sui social:

" Il padre di Filippo ha fallito come genitore e come persona. Anziché riconoscere la gravità del crimine commesso dal figlio, ha cercato di minimizzarlo. "

"Questo atteggiamento vergognoso, non solo manca di rispetto a Giulia, ma perpetua una cultura di violenza e impunità che deve essere fermata. "

Smettiamola di "normalizzare", i femminicidi! 

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