I cavalli sono più intelligenti di quanto pensiamo




Avete mai sentito il detto: "Matto come un cavallo". Si tratta, di una persona tendenzialmente impulsiva, emotiva, pronta a intraprendere ogni azione, come una potenziale minaccia. I cavalli sono stati per anni i migliori alleati degli esseri umani: nei trasporti, nei viaggi e nelle guerre. Infatti, non è mai stato detto invece, "intelligente come un cavallo". Siamo infatti, abituati a un' idea di intelligenza plasmata su di noi e al massimo sui carnivori, alle prese con la caccia di prede con la necessità di concepire strategie e risolvere problemi. Quale intelligenza pensate che serva per pascolare in una steppa o al massimo fuggire a galoppa da un potenziale predatore? E' così, che per anni, anche tra gli appassionati di cavalli, si è radicato il luogo comune, che i cavalli, per quanto affascinanti, espressione di forza e bellezza, siano, in fin dei conti, poco intelligenti. 

Il dubbio poteva essere risolto con un esperimento scientifico. E i ricercatori non potevano essere certo che britannici ( popolo che ha un debole trasversale per questi animali) a concepire uno studio ad hoc. Si sono cimentati gli etologi della Nottingham Trent University, pubblicando i risultati sulla rivista Applied Animal Behaviour Science

Lo studio ha suggerito, infatti, che i cavalli sono più intelligenti, di quanto si pensasse in precedenza, essendo stati osservati adattarsi rapidamente a un gioco basato su premi con regole variabili.  

L' esperimento

Ma come fa un esperimento a testare l' intelligenza di un quadrupede? I ricercatori di Nottingham hanno coinvolti venti animali e inizialmente, li hanno gratificati con un premio, ogni volta che toccavano un pezzo di carta con il naso. 

Nella seconda fase, è stato introdotto un "semaforo" e la regola è stata modificata, affinché la ricompensa fosse data solo se toccavano la carta, mentre il semaforo era spento. Questo non ha alterato il comportamento dei cavalli che hanno continuato a toccare il pezzo di carta, indipendentemente dallo stato del semaforo. Poi, le regole non sono cambiate una terza volta: nella fase finale i ricercatori hanno introdotto una penalità, cioè un timeout di 10 secondi, nel rilascio del premio per chi toccava la carta mentre il semaforo era acceso. Tutti i venti cavalli hanno imparato immediatamente e pur di ottenere la ricompensa immediatamente hanno rispettato lo stop del semaforo. Dimostrando così di saper elaborare, in certi contesti, una strategia.

La regola del "semaforo"

I ricercatori si aspettavano che le prestazioni dei cavalli sarebbero migliorate quando è stato introdotto il timeout, sono rimasti sorpresi, da quanto immediato e significativo, sia stato il miglioramento, ha dichiarato la ricercatrice Louise Evans. I cavalli, hanno dunque capito la regola del "semaforo" , e se non l' hanno rispettata fin da subito, è perché probabilmente, il costo della "violazione" era troppo basso: infatti, toccare la carta con il muso, non è poi uno sforzo, così grande, anche se non c'è una ricompensa. Ma se la ricompensa è certa voglio averla subito e non tra dieci secondi. 

Da quanto elaborato, in termini di psicologia equina, lo studio dimostra che i cavalli non hanno cervelli evolutisi per dare risposte a stimoli immediati e non sufficientemente complessi da elaborare strategie.  


L' intelligenza emotiva

"Il cavallo è una delle creature più intelligenti che abbiamo su questa Pianeta, ed è in grado di percepire cose che noi non possiamo nemmeno incominciare a comprendere", ha detto Monty Roberts, uno dei pionieri della nuova interazione umano- equino. Il segreto, è osservare i cavalli in natura con i loro simili, in modo da comprendere il loro linguaggio, piuttosto che cercare di dominarli pretendendo che comprendessero il nostro, magari a forza di frustrate e speronate. 
Non a caso, secondo Pat Parelli, un altro grande della doma dolce, " I cavalli hanno una capacità unica di insegnarci il concetto di leadership e l' importanza della comunicazione". E per sua moglie Linda: " I cavalli possono aiutarci a sviluppare una maggiore consapevolezza di noi stessi e la nostra intelligenza emotiva. "

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