Il cervello non si ferma mai, nemmeno quando riposa
Nel primo studio pubblicato sulla rivista Neuron e basato sull' analisi della letteratura scientifica, Anastasia Dimakou, Andrea Zangrossi, Giovanni Pezzulo e lo stesso Corbetta indicano che dai vermi agli esseri umani, passando dai roditori e scimmie, il cervello conversa e ricrea spontaneamente schemi di attività nervosa simili a quelli attivati durante il comportamento reale.
Il nostro cervello è come un archivio vivente di esperienze passate. Ad esempio le aree visive specializzate nel riconoscimento dei volti umani, anche a riposo, mostrano schemi di attività identici a quelli evocati dall' osservazione di un volto. Gli studi ci indicano che questo meccanismo consente al cervello di ripassare e organizzare le informazioni come una sorta di allenamento silenzioso per affrontare stimoli futuri.
Questa ipotesi è stata testata sperimentalmente nel sistema motorio, nella ricerca pubblicata sulla rivista dell' Accademia delle scienze degli Stati Uniti, Pnas, da Lu Zhang, Lorenzo Pini, Gordon Shulman assieme allo stesso Corbetta. Emerge che il cervello replica gli schemi di attività sia mentre compiamo un compito semplice, come aprire o chiudere la mano, sia quando siamo a riposo. Non solo questi schemi sono comuni per i movimenti abituali rispetto a quelli meno famigliari, suggerendo che il cervello utilizza il riposo anche per consolidare la memoria delle azioni passate. Possiamo immaginare il cervello come uno studente che, senza rendersene conto, ripete la lezione il giorno prima di un esame.
Comprendere come il cervello riproduce scemi neurali a riposo potrebbe aprire nuove strade nella ricerca delle malattie neurologiche, ad esempio per trattare i deficit causati da un ictus. Anche quando "crediamo di non fare nulla", dunque, il cervello è tutt' altro che inattivo: è un archivista instancabile, un allenatore sempre all' opera, un computer che rielabora e anticipa il futuro.
Commenti
Posta un commento