Svelato il mistero del sistema Nu Octantis: un pianeta ribelle che orbita tra due stelle
Dopo oltre vent' anni di analisi e dibattiti, un team internazionale di astronomi ha fatto chiarezza su uno dei sistemi solari più strani mai osservati Nu Octantis. I ricercatori hanno confermato che non si tratta di una coppia di stelle reciproca, ma di un complesso di trio in cui si nasconde un pianeta dalle caratteristiche fuori dal comune.
La storia
Tutto ebbe inizio nel 2004, quando David Ramm dell' Università di Canterbury, in Nuova Zelanda, rivelò un segnale anonimo proveniente da Nu Octantis. Il segnale sembrava indicarci la presenza di un pianeta di dimensioni doppie rispetto a Giove.
Ma l' ipotesi fu accolta con scetticismo: le due stelle del sistema sono così vicine da rendere teoricamente impossibile la sopravvivenza di un pianeta stabile nelle loro vicinanze. Eppure Ramm, insieme a Man Hoi Lee dell'Università di Hong Yong e di altri colleghi, ha ora confermato la prova più solida mai raccolta che quel segnale non era un errore ed è stata pubblicata su Nature: il pianeta esiste davvero la sua orbita è tanto improbabile quanto affascinante.
Moto Retrogrado
La scoperta chiave sta nella natura retrograda dell' orbita del pianeta: mentre una delle stelle e il pianeta orbitano attorno alla seconda stella lo fanno in direzioni opposte. Il pianeta inoltre percorre un' orbita molto più stretta, che lo porta a passare ripetutamente attraverso lo stesso spazio tra le due stelle.
E' una configurazione rara, ma proprio questa inversione orbitale garantisce la stabilità del sistema. La conferma è arrivata grazie all' uso di strumenti avanzati come lo spettrografo HARPS, montato sul telescopio da 3,6 metri dell' Osservatorio Europeo Australe in Cile, che ha permesso osservazioni di precisione senza precedenti. Il segnale del pianeta, osservato con costanza per quasi vent' anni, ha inoltre escluso l' ipotesi che si trattasse di un' illusione causata da attività stellari. Se fosse stato solo un rumore o una variazione temporanea, sarebbe scomparso nel tempo sottolinea Lee.
Un passato ancora da decifrare
Grazie al Very Large Telescope sempre dell' Osservatorio Europeo Australe, gli scienziati hanno scoperto che una delle stelle del sistema è una nana bianca, ovvero il nucleo collassato di una stella giunta al termine del suo ciclo vitale. Questa informazione complica ulteriormente la ricostruzione della storia del sistema.
Secondo i modelli matematici, l' attuale orbita del pianeta non sarebbe stata possibile quando la stella era ancora giovane e massiccia.
Due scenari emergono quindi plausibili: o il pianeta ha modificato radicalmente la propria orbita dopo la trasformazione della stella in nana bianca, oppure si è formato ex novo dai detriti stellari espulsi durante il processo.
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