Un' industria consumistica al top dell' inquinamento

 



Sporchi, ingiusti, ed effimeri: si sprecano gli aggettivi per definire i prodotti tessili usa e getta. Il lungo percorso di un tessuto può arrivare agli ultimi degli ultimi: i selezionati a valle, che nel Sud Globale raccolgono non differenziati per rivenderli.

Venti Milioni a livello mondiale

Secondo una stima forse per eccesso: in ogni caso un eserciti informale che in molti luoghi del mondo è l' intervento di raccolta differenziata, molto a valle. Nel 2010 è nata L' Alleanza Internazionale dei raccoglitori di rifiuti che rappresenta 460.000 mila lavoratori in 34 paesi. In Brasile il governo ha aiutato i raccoglitori a organizzarsi in oltre 1000 cooperative. La lawp ha partecipato ai negoziati Onu per il trattato sulla plastica, chiedendo un accordo globale che comprenda i diritti e le necessità.

A livello globale l' impatto 

L' impatto ambientale, sociale, sanitario della sovrapproduzione tessile è da tempo oggetto di studio. Il settore nel suo complesso genera circa il dieci percento di emissioni di anidride carbonica, consuma il venti percento dell' acqua complessivamente utilizzata nel mondo, provoca inquinamento idrico con i processi tintoriali, immette nell' ambiente oltre novanta milioni di tonnellate di rifiuti solidi all' anno. E le microplastiche rilasciate con il lavaggio dagli indumenti in fibra sintetica. 

Quanto alla salute

Reach è la principale normativa europea volta a proteggere salute umana e ambientale dai rischi delle sostanze chimiche. Ma le leggi sono decisamente meno restrittive in altri paesi produttori di tessili. Così, uno studio dell' associazione Tessile e salute, su un campione di oltre quattrocento pazienti affetti da varie forme dermatiti, ha verificato che queste erano causate esclusivamente dalla presenza e del rilascio di sostanze pericolose contenute nel settanta percento dei casi nei tessuti, nel sedici percento degli accessori metallici nell' abbigliamento, e nel quattordici percento nelle scarpe. 

Sessanta milioni di lavoratori 

Del settore tessile a livello mondiale sono spesso sfruttati e corrono rischi anche mortali noti da decenni grazie alla Clean Clothes Campaign. Pochi quelli che percepiscono un salario dignitoso. La filiera del cotone irrorata di pesticidi e presenta condizioni di lavoro e di salario ai limiti della schiavitù. 

Mai usati e distrutti

Sempre per L'Aea (nello studio The destruction of returned and unsold textiles in Europe's Circular economy), in buona parte degli stock tessili invenduti viene semplicemente, incenerita, buttata in discarica, sminuzzata. Difficili avere dati precisi, ma questo spreco riguarda decine di migliaia di tonnellate ogni anno. Tanto inquinamento per niente. 

Finalmente il regolamento 

Il regolamento europeo Ecodesign vieta la distruzione di prodotti tessili e calzaturieri invenduti a partire dal 19 luglio 2026, con un' applicazione differita per le medie imprese (dal 2030). Il regolamento mira a promuovere la progettazione di prodotti più duraturi, riparabili e riciclabili. 



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