Quali sono i Paesi migliori per lavorare da remoto?




Gli anni del Covid hanno impresso un cambiamento decisivo nelle abitudine lavorative globali. Nonostante, la resistenza ma chiamiamola pure ostinazione di capi di azienda e colossi del Web di voler ripristinare il ritorno in sede, il lavoro da remoto si è dimostrato una risorsa preziosa, per far fronte all' emergenza pandemica, specialmente nei Paesi che si sono dimostrati, più pronti e capaci di offrire una valida alternativa ai cosiddetti nomadi digitali. Una categoria di lavoratori, che ha fatto dello smartworking, un' occasione per condurre un nuovo stile di vita, in giro per il mondo.

Il lavoro da remoto, tuttavia è ancora, un lusso per pochi, non solo per le condizioni contrattuali che in molti casi non lo prevedono ancora, ma anche per la scarsità dei servizi offerti come, la disponibilità di rete Internet veloce. A tre anni, dallo scoppio dell' emergenza pandemica è stato stilato il Nordlayer Global Remote Work Index, una classifica che valuta i migliori paesi al Mondo per lavorare da remoto.

Presi in considerazione, sessantasei paesi nel mondo, questo studio ha valutato cybersicurezza, condizioni economiche e sociali, infrastrutture digitali e fisiche. 

Al primo posto troviamo la Germania, con il punteggio di 82/100, seguita da Danimarca e Stati Uniti, rispettivamente fermi a 81 e 80. Al quarto posto, si colloca la Spagna, seguita da Lituania, Paesi Bassi e Svezia. 

L' ottava posizione è occupata dall' Estonia, chiudono la Top Ten: Singapore e Francia.

Il Canada è al 12° posto, il Regno Unito è 17° , seguito da Portogallo e Australia .

L' Italia è al 25° posto. Nella valutazione, che tiene conto della cybersecurity, è dunque della capacità di tutelare i dati, la privacy dei lavoratori, ma anche il confort fisico e digitale, quindi anche, della presenza di spazi di smartworking con una buona connessione, pesa anche il fattore economico.

Un costo elevato di locali, servizi e infrastrutture, può essere un ottimo posto se sia un lavoro stabile è ben remunerato, ma svantaggioso per chi ha contratti precari.

E' il caso della maggior parte dei Paesi anglosassoni, che si trovano fuori dalla Top Ten, ma anche l' Islanda e il Lussemburgo e Austria, dove il costo della vita è elevato e ridurrebbe la redditività del lavoro a distanza.

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