Ong organizza una sfilata nella discarica del fast fashion




 Non si tratta più solo di sfruttare le risorse naturali del Paese, ma di servirsi di quelle terre come discarica a cielo aperto per tutto ciò che la metà più ricca del mondo non usa più. E' quanto accade in Cile nel deserto di Atacama, dove ogni anno vengono riservate nell' ambiente sessanta mila tonnellate di abiti usati, che vengono bruciati con danni incalcolabili per l' ambiente. E' questa l' ultima evoluzione del "colonialismo e razzismo ambientale", due espressioni dell' attivista green Fernanda Simon, che nel 2014 ha fondato Fashion Revolution Brazil, un network globale impegnato nella sensibilizzazione verso i temi ambientali e che insieme ad Artplan, sostiene la Ong Desierto Vestido nell' organizzazione di una sfilata in quest' area desertica nota come "discarica del fast fashion"

Nell' ambito dell' Atacama Fashion Week 2024 la stilista Maya Ramos ha disegnato per otto modelle cilene una collezione ispirata ai quattro elementi aria, acqua, fuoco e aria. Utilizzando capi raccolti direttamente nel deserto, ha proposto abiti destrutturati con sovrapposizioni di tessuti e colori che rievocano il completo abbandono di rifiuti tessili in uno dei luoghi considerati più sporchi e inquinati al mondo. Ad avvertire il problema da vicino è la stessa co-fondatrice di Desierto Vestido Angela Astudillo, che vive poco distante dove da ogni parte del mondo interi container di abiti ancora in buone condizioni, con piccoli difetti di fabbrica, o scarti di vecchie collezioni che vengono abbandonati tra le dune.

Ma non è tutto, come denuncia la stessa Astudillo, spesso i rifiuti tessili vengono bruciati illegalmente, rilasciando fumi tossici  che danneggiano il suolo e la salute delle persone. E' questo il prezzo più alto per la popolazione locale deve pagare per aziende di fast fashion, che propongono 52 nuove collezioni all' anno prodotte in condizioni lavorative vergognose da operai sfruttati e molto spesso sottopagati. Per non parlare della scelta dei tessuti spesso di scarsa qualità e difficilmente smaltibili si calcola che per esempio il poliestere necessiti di duecento anni per decomporsi. Per sensibilizzare il pubblico al tema del riciclo, l' Atacama Fashion Week propone in finto shop online in cui vengono indicati i prezzi degli outfit realizzati con i tessuti di scarto con cifre che arrivano a toccare i due milioni di dollari. Una scelta provocatoria per mettere in luce il problema della distanza tra prezzo e valore di un capo, e sottolineare come il costo più alto del fast system sia sempre il pianeta a pagarlo.


 

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