Un mare di plastica nei tessuti di balene e delfini
Un gruppo di ricercatori ha trovato microplastiche nei tessuti polmonari e grassi di balene e delfini; la maggior parte si tratta, di resti di vestiti, e di bottiglie ingerite, durante i pasti non defecati.
Oltre 170 migliaia di miliardi: questa è la quantità stimata di materiale plastico galleggiante presente nei nostri mari e oceani, secondo un recente studio. Il problema non è solo il fatto, che inquina il mare, ma viene ingerita anche, dagli animali, è questo può costituire un pericolo per la loro sopravvivenza, secondo una ricerca pubblicata su Environmental Pollution, ha infatti rilevato la presenza di microplastiche nei tessuti grassi dei due terzi dei mammiferi marini.
Plastica Lipofila
I campioni appartengono a 32 animali allevati in Alaska o arenatisi tra il 2020 e il 2021 in Alaska, California e Carolina del Nord. La plastica è lipofila, cioè è attratta dal grasso, per questo si ritiene sia attratta dal grasso sottopelle delle balene e cetacei, cioè dal melone, l' organo che hanno al centro della fronte, e dai cuscinetti di grasso presenti nella loro mascella inferiore.
Lo studio, non solo ha analizzato, questi due tipi di tessuti adiposi, ma anche, quelli polmonari, le microplastiche sono state trovate ovunque. I frammenti misuravano dai 198 ai 537 micrometri ( un capello umano è spesso 75 micrometri).
Tipi di plastica ritrovati
I tessuti più comuni ritrovati che sono stati trovati, sono i tessuti di poliestere, spesso provenienti dalle nostre lavatrici che "consumano" i capi che laviamo, e il polietilene che si trova nelle bottiglie di plastica. Il colore dei frammenti era, quasi sempre blu.
Secondo, uno studio del 2022, una balenottera azzurra, il cui processo di alimentazione si basa, su un processo di filtrazione del cibo, potrebbe ingerire 73 kg di plastica, mentre si nutre. Anche i delfini e le balene che si nutrono di pesci e organismi, potrebbero ingerire plastica, mentre si nutrono che viene accumulata dalle loro prede. "La maggior parte delle microplastiche, probabilmente viene espulsa, attraverso la defecazione, ma una parte rimane nei tessuti di questi animali", spiega Greg Merrill coordinatore dello studio, che sottolinea, come questa cosa, succeda da almeno vent' anni, visto che alcuni campioni analizzati sono del 2000.
Il prossimo passo della ricerca, è quello di svolgere test tossicologici su una delle linee di cellule coltivate, a partire dal tessuto di una balena, sottoposto a biopsia, per verificare, quanto è davvero dannosa la presenza di plastica, in questi animali.
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