Siamo cresciute tutte cullate con favole che iniziavano con "c'era una volta" e terminavano con "vissero felici e contenti" ma in realtà la domanda che ci poniamo costantemente esiste davvero il lieto fine.
Se i classici Disney oggi hanno cambiato il tiro, proponendo principesse che si salvano da sole e amore fraterno come temi principali non legando più tutto alla sola ricerca dell' amore, fine a qualche anno fa le cose non erano così. Fin da bambine le favole che ci raccontavano di giovani ragazze bellissime che incontravano il loro principe azzurro, se ne innamoravano e andavo a vivere nel loro castello. Niente avventure e niente obbiettivi che andavano al fuori del matrimonio, ma la società è cambiata e oggi con ideali come quello del femminismo e delle pari opportunità, le storie che vengono raccontate alle bambine sono diverse ma tornano al punto esiste davvero il vissero per sempre felici e contenti?
Oltre quattrocento anni fa Shakespeare ha terminato una storia dicendo "tutto è bene quel che finisce bene", è davvero giusto che ogni azione, capitolo o esperienza debba finire per forza bene o essere catalogata come negativa.
Cosa si intende per lieto fine?
Se dovessimo definirlo, potremmo rappresentarlo come quel tocco di magia che trasforma una semplice storia d' amore in un' esperienza che rimane nel cuore per sempre, è quel momento in cui nonostante le avversità, tutto si risolve per il meglio lasciando un senso di soddisfazione e di ottimismo. E' il sapore dolce dopo un caffè amaro, il sole che spunta finalmente dopo la tempesta.
O almeno questo è quello che ci insegnano i film
Pensiamo ai grandi classici del cinema e della letteratura, come Cenerentola o l' emozionante finale delle Pagine della nostra Vita, dove vicende amorose si trasformano in un bacio che promette un domani migliore.
Ma il lieto fine non riguarda solo l' amore pensiamo alla vittoria del bene sul male.
Il lieto fine non è uguale per tutte
Come abbiamo già detto il concetto si è evoluto nel tempo e se prima era strettamente collegato all' abito da sposa, la torta i paggetti, oggi la narrazione romantica è totalmente diversa.
Il lieto fine può essere altrettanto significativo profondo anche quando non culmina in un legame eterno, celebra momenti d crescita personale, di conquista individuale e di realizzazione che necessariamente non coinvolgono un altro cuore.
Questa conclusione riflette una realtà più ampia e variata, dove a volte i finali più ispiratori sono quelli che esprimono sacrifici personali che portano alla realizzazione di sé stessi.
E se iniziassimo a riscrivere il concetto di per sempre? Pensa nel valutare una storia d' amore nel darsi tutto finché ad un certo punto non si può, per poi magari alla fine decidere di prendere strade diverse. Consideriamo un lieto fine in maniera differente, non per forza con un contratto davanti all' altare, può comprendere una scelta migliore per sé stessi, una riconciliazione con il proprio io interiore, un nuovo inizio solitario, un addio o persino un nuovo amore.
L' impatto sul lieto fine nella neuroscienza
Non si tratta solo di emotività ma anche di neuroscienza, diversi studi hanno esaminato il cervello elabora gli esiti positivi e come queste esperienze influenzano il nostro benessere psicologico.
Al centro di tutto c'è la dopamina, una sostanza che liberata nel nostro corpo lavora sul concetto di piacere e ricompensa quando viviamo una storia d' amore felice, che per noi corrisponde a un lieto fine, ci sentiamo bene, rinforzano i circuiti neurali che ci spingono a cercare la stessa sensazione in modo perpetuo. Sembrerebbe avere un' impatto importante legato all' elaborazione emotiva e alla memoria, motivo per cui si parla di come i bambini che hanno vissuto un' infanzia traumatica tendano a dimenticare, mentre quelli con tanti ricordi felici abbiano una vividezza ricca di dettagli e particolari.
E se iniziassimo a scrivere il "lieto fine" che coincide con un matrimonio o una relazione stabile come un punto di inizio e non di arrivo.
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