A che punto siamo con il Pnrr sulla parità di genere
A che punto siamo con il Pnrr sulla parità di genere
La Commissione Europea ha appena approvato il pagamento ella quinta rata del Pnrr che ammonta a 11 miliardi di euro, 400 milioni in più rispetto alla richiesta iniziale di 10,6 miliardi di euro fatta a dicembre 2023. L' aumento è dovuto al fatto che l' Italia ha anticipato con successo altri due obbiettivi con scadenza era originariamente prevista a dicembre 2024, totalizzando 113,5 miliardi di euro di incassi su un totale previsto di 194 miliardi di euro pari al 58,4 percento del Pnrr. A dirlo è il report del progetto "dati per contare statiche e indicatori di genere per un Pnrr più equo" , che permette un monitoraggio civico del gender procurement degli appalti del Pnrr.
Si parla spesso delle rate del Pnrr e il governo è ossessionato dal raccontare che è il primo della classe in Europa per risorse ottenute. Ma il punto centrale non è più ottenerle ma mettere a terra i progetti rispettando allo stesso tempo gli obbiettivi trasversali per ridurre i divari territoriali, generazionali e di genere. Su questi ultimi il governa non attua linee guida, manca trasparenza e condivisione dei dati e degli indicatori essenziali per capire se stiamo lavorando per ridurre i divari di genere. Troppe le deroghe per evitare le assunzioni di donne e in quasi il sessanta percento dei casi senza esplicitare adeguata motivazione.
Il report sottolinea la difficoltà a recuperare dati puntuali sul coinvolgimento delle donne, solo il 53 percento dei progetti prevede almeno un indicatore di riferimento di persone fisiche, dei 106 di benessere e sostenibilità presenti e della loro collocazione nel framework Sdg dell' agenda 2030, solo quattro hanno esplicitato l' impatto di genere. Purtroppo i dati di Anac, meritevolmente rielaborati nel Rapporto, mettono in evidenza come gli incentivi normativi previsti dal Pnrr abbiano prodotto risultati molto inferiori a quelli sperati. Troppe volte si è fatto ricorso alle deroghe senza una adeguata motivazione spiega Giuseppe Busia, presidente Anac, Autorità Nazionale Anticorruzione. Quello che viene chiesto alle istituzioni è una piena trasparenza e un aggiornamento semestrale sul Pnrr per garantire una verifica del cronoprogramma degli interventi e un riscontro diretto da parte della cittadinanza. L' obbiettivo è quello di fare in modo che il Pnrr possa essere monitorato rispetto ai suoi reali impatti sulla qualità di vita delle donne e sulla concreta diminuzione delle disuguaglianze.
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