Secondo un rapporto Istat Annuale, il 67,4 percento dei giovani tra i 18 e i 34 anni vive ancora con i genitori, un incremento di diciotto punti percentuali rispetto al 2002. La situazione è molto grave nel Mezzogiorno, con la Campagna che registra il livello più alto al 75.4 percento mentre nel centro Nord con l'eccezione delle Marche al 74,5 percento si scende sotto la media nazionale.
L' Istat lancia un allarme inoltre un allarme sul benessere giovanile, evidenziando un peggioramento degli indicatori di salute mentale soprattutto tra le ragazze, l' indice di salute mentale, già in calo durante il periodo pandemico del 2021, è ulteriormente sceso nel 2023 passando da 68,2 nel 2022 a 66,5.
Nonostante un lieve miglioramento del PIL cresciuto del 0,9 percento nel 2023, il panorama complessivo resta preoccupante. L' Italia sebbene abbia superato la Francia e la Germania rimane indietro rispetto alla Spagna. Dal 2000 la crescita italiana è stata limitata, accumulando un divario di oltre 10 punti percentuali con la Spagna, 17 con la Germania e 14 con la Francia.
La Generazione mille euro
L' espressione "bamboccioni" utilizzata dall' ex ministro Paola Schioppa ed entrata nel linguaggio popolare, è ormai obsoleta non solo per la controversia che ha generato, anche perché oggi i giovani in Italia sono tra le categorie più svantaggiate. Il mercato del lavoro penalizza fortemente questa fascia d' età rendendo di lavoro della "Generazione Mille Euro" un sogno lontano. Molti giovani sono intrappolati in contratti part-time involontari che colpiscono soprattutto le donne giovani.
Le persone tra i 15 e i 24 anni rappresentano metà della popolazione italiana dei tre milioni di contratti di lavoro a tempo determinato del mercato del lavoro italiano. Nelle regioni dove è più alto il numero di giovani che vivono cin i genitori, il tasso di disoccupazione giovanile è altamente elevato. In Campagna e Sicilia ad esempio raggiunge circa il 30 percento nella fascia 18-34 anni.
Lavoro povero in aumento
Nel 2023 l' occupazione è crescita del 2,1 percento con 481 mila nuovi posti di lavoro, ma molti lavoratori restano in condizioni economiche critiche. Oltre la metà dei lavoratori part-time tra i 15 e i 64 anni desidera lavorare di più, con un' incidenza media quasi del 70 percento tra gli uomini e un picco di 9 su 10 nel Mezzogiorno, tra il 2013 e il 2023, il potere d' acquisto delle retribuzioni lorde è diminuito del 4,5 mentre in altre economie europee è cresciuto, raggiungendo il 5,7 percento in Germania.
Il lavoro in Italia un' analisi critica
Il rapporto evidenzia che la stagnazione della produttività del lavoro è un problema chiave. Tra il 2007 e il 2023, il pil per ora lavorata è aumentato solo del 1,3 percento contro il 3,6 percento della Francia, il 10,5 della Germania e il 15,2 della Spagna. Questo modesto incremento si riflette negativamente sul mercato del lavoro, dove le donne sono particolarmente svantaggiate. L' occupazione femminile, seppur migliorata resta bassa rispetto agli standard europei, con un' incidenza del part-time quattro volte superiore a quella maschile.
Disuguaglianze generazionali e povertà giovanile
La crescita economica non ha ridotto le disuguaglianze. Le retribuzioni non hanno tenuto il passo con l' inflazione e la spesa delle famiglie è diminuita in termini reali, aumentando la distanza tra le famiglie più ricche e quelle più povere. Le disparità generazionali sono evidenti i giovani sono più colpiti dalle difficoltà economiche, il 9,8 percento degli italiani vive in povertà assoluta. Tra i minorenni 1,3 milioni vivono in povertà assoluta con un' incidenza del 14 percento. Tra il 2013 e il 2023 la povertà tra gli occupati è aumentata di 2,7 percento punti percentuali passando dal 4,9 al 7,6 percento.
Il legame tra giovani e povertà
La qualità della vita è strettamente legata alla situazione lavorativa. Non sorprende quindi che dai dati della povertà merga che i giovani sono tra i più colpiti. Nel 2023 l' incidenza di povertà assoluta più alta tra i minori di 18 anni rispetto al 9,8 percento della popolazione media seguiti dalla fascia 18- 34 anni e 35-44 anni, nonostante ciò il numero di giovani in Italia continua a diminuire. Già nel 2021 l' Italia aveva l' incidenza più bassa di 18-34 anni nella popolazione dell' Ue, con l' eccezione della Bulgaria 17,5 percento contro il 19,6 percento della media UE27.
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