Appena 60 dollari, rispetto a un microscopio professionale che può arrivare anche a 18.000 dollari, senza considerare i costi della manutenzione e dei pezzi di ricambio. E' questo è il prezzo del primo microscopio, perfettamente funzionante, realizzato fino all' ultimo pezzo con un macchinario di stampa 3D. L' incredibile ed economica innovazione è stata possibile grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori nell' ambito del progetto OpenFlexure, un' iniziativa lanciata dalla Bath University e dalla Cambridge University e che già portato microscopi a basso costo in oltre cinquanta paesi, incluse le basi artiche.
Basta dotarsi di una stampante 3D e grazie alla tecnologia open source messa a disposizione dai ricercatori, si possono riprodurre i pezzi e assemblare il proprio microscopio di lavoro in circa tre ore. Proprio il loro costo ha sempre rappresentato un problema, ma grazie a un team di ricercatori dell' Università di Strathclyde, questa complicazione è stata risolta sempre con una stampante 3D.
Dalla stampa al laboratorio
Il tutto è reso possibile dai progressi della tecnologia 3D che permette di realizzare anche lenti ottiche professionali. Il team ha utilizzato una stampante Mars 3 Pro per creare una lente in resina foto polimerizzante di alta qualità con prestazioni paragonabili a quelle reperibili in commercio, un diametro di 12,7 mm e una lunghezza focale di 35mm. Una volta assemblato il microscopio è già pronto a l' uso, ma i ricercatori si sono spinti oltre, integrando nel dispositivo una videocamera economica, una sorgente luminosa, e un processore Raspberry PI per ampliare la possibilità di analisi. Nonostante questi componenti aggiuntivi, il prezzo finale rimane inferiore ai sessanta dollari rendendo lo strumento accessibile a scuole, ricercatori indipendenti, e laboratori con risorse limitate.
Prestazioni sorprendenti
Se pensate che un oggetto del genere, dal peso di circa 3 kg, non abbia un livello di prestazioni accessibili, vi sbagliate di grosso, i risultati ottenibili con questo microscopio 3D-printed sono paragonabili a quelle dei dispositivi più costosi.
I ricercatori lo hanno testato analizzando un campione di sangue e una sezione di tessuto renale prelevata da un topo, confermando che il dispositivo offre un campo visivo di 1,7 mm e una risoluzione spaziale di 5 micrometri, abbastanza per distinguere singole cellule e dettagli subcellulari come i tuboli renali. Le immagini riprodotte sono insomma chiare e dettagliate, senza vi sia una drastica riduzione della qualità.
Un futuro versatile
L' introduzione di questa innovazione è destinata potenzialmente a cambiare l' accessibilità alla strumentazione scientifica, senza considerare chela possibilità di adattare lenti con diversi ingrandimenti e aperture, già prevista dagli ideatori apre la strada a più complesse applicazioni. Strumenti come questo potrebbero diventare fondamentali per la diagnosi sul campo nei Paesi in via di sviluppo o in zone falcidiate dalla guerra, ma anche per l' insegnamento scientifico e persino per Citizen science, la scienza amatoriale di ognuno di noi, permettendo a tutti l' esplorazione del mondo microscopico.
Commenti
Posta un commento