Alcol tra gli adolescenti a Milano: interventi del 118 cresciuti del 66 percento in un anno. Troppo facile l' accesso molti bevono da soli
Oltre alle storie ci sono i dati e chi tra gli adulti si sente fuori dal problema si sbaglia. Gli interventi al 118 per disintossicazione etilica di adolescenti minorenni sono aumentati del sessantasei percento in un anno e negli ultimi mesi per un terzo sono capitati di pomeriggio e persino di mattina quindi in orario scolastico. Per la precisione, se "normalmente" sono concentrate nel weekend e di notte 83 percento, ora per il ventotto percento dei casi avviene di giorno distribuiti durante tutta la settimana.
I numeri coinvolgono ragazzi e ragazze queste ultime in misura sempre più crescente. E la quota delle ubriacature gravi dentro la città rispetto all' hinterland, infine è salita dal 46 percento rispetto al 38 percento del 2023. Gli studiosi non si stupiscono, le indicazioni convergono rispetto ai risultati di diverse ricerche.
Un aumento degli interventi al 118 intanto, indica senz' altro un reale incremento del fenomeno ma anche una maggiore sensibilità a propensare a chiamare i soccorsi rispetto al passato. C'è senz' altro una banalizzazione dell' uso dell' alcol come semplice piacere, una sottovalutazione del rischio di sviluppare dipendenza e problemi correlati, una maggiore facilità di accesso anche in contesti inaspettati e un disagio psicologico che spinge i ragazzi a cercare soluzioni immediate anche durante la giornata aggiunge Simone Feder, già giudice del tribunale per i minorenni e tra i responsabili della comunità Casa del Giovane. La facilità con cui i minorenni riescono a procurarsi bevande alcoliche, nonostante il divieto di vendita stabilito dalla legge, rimane un nodo cruciale.
L' inefficienza dei controlli da parte degli esercenti e delle autorità preposte e le potenziali elusioni delle normative da parte di terzi maggiorenni compiacenti o famigliari, contribuiscono a rendere alcol facilmente accessibile a una fascia d' età particolarmente vulnerabile e la percezione del rischio associato al consumo di alcol tra gli adolescenti è sottostimata ed è calata ancora, avverte il sociologo Giulio Vidotto Fonda tra i promotori di una ricerca dell' Università Cattolica con Semi di Melo onlus ad Exodus su 37 mila studenti delle scuole secondarie che viene condotta dal 2014 e può quindi segnare i cambiamenti avvenuti. Secondo la ricerca oggi, il 36 percento del campione spende in alcol in una settimana e spesso insieme al fumo e anche sostanze per piacere e per tacitare difficoltà relazionali.
Un elemento che merita particolare attenzione è il passaggio al consumo anche solitario di alcol da parte di adolescenti. Bere da soli soprattutto in adolescenza, può essere un segnale di isolamento e un profondo disagio o tentativo di auto-medicazione. Da una parte la cura dello stigma può essere uno ostacolo significativo all' accesso precoce alle cure, dall' altra parte c'è una spinta all' eccessiva auto-medicazione. Significativo infine, nella ricerca il ruolo delle figure adulte. Fino a sei anni fa restano come riferimento stabile per parlare e risolvere i problemi di amici 78 percento e la mamma al 67 percento, mentre cala la fiducia nella scuola e nei professori scende purtroppo al 22 percento, dal già basso 36 percento nel 2019. Ritrova una presenza centrale la figura del papà e questa è decisamente una buona notizia. Rivolgersi a uno psicologo e altri professionisti non è più un tabù: il 57 percento degli adolescenti intervistati dichiara di seguire o aver seguito percorsi psicologici.
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