Perché ricadi sempre nelle stesse relazioni tossiche

 



Quando il déjà-vu diventa una trappola emotiva

C'è una scena che si ripete sempre uguale. Si cambia partner a volte anche città, o amicizie, ma una cosa rimane: ci si ritrova, puntualmente nelle stessa relazione tossica. E' come svegliarsi in una stanza con una carta da parati che non ti piace, solo che ogni volta speravi di ritrovarci qualcosa di diverso. Eppure è sempre lì. La ripetizione delle stesse relazioni disfunzionali  non è casuale. Spesso si tratta di meccanismi che si infilano tra le pieghe della  nostra memoria affettiva, della propria storia, delle esperienze in amore, cura e anche di sofferenza. A volte si impara a chiamare "amore" qualcosa che non lo è, solo perché è stato il primo modello ricevuto. Così senza rendersene conto si finisce per rincorrere il famigliare, anche quando famale. Sembra impossibile eppure accade a moltissime persone. Sì, persino  a chi ha consapevolezza, cultura e un buon livello di autostima.

Le cause invisibili: schemi, paure e bisogni nascosti 

Non esiste  una sola risposta, ma  un puzzle fatto di  pezzi piccoli, a  volte quasi impercettibili. Alla base c'è spesso una tendenza a ripetere modelli appresi nell' infanzia anche quando sono nocivi. La psicologia li chiama "schemi relazionali" e beh possono diventare come il percorso automatico su Google Maps: anche se imposti una nuova destinazione, ritorni sempre indietro. 
Alcuni fattori che possono portare, senza nemmeno accorgersene, a queste ripetizioni. 
  • L' esperienza di affetti precoci insicuri o ambivalenti
  • Il desiderio inconscio di riportare il passato, scegliendo partner che ricordano figure famigliari e stavolta, di riuscire a cambiarne l'esito.
  • La paura del vuoto affettivo, che fa preferire anche relazioni negative, piuttosto che nessuna.
  • Uno stile di attaccamento ansioso, oppure evitante, che rende  complicato distinguere l' affetto dalla dipendenza emotiva. 
  • L' abitudine a mettersi sempre in discussione, pensando che sei tu quello che sbaglia. 
Questi meccanismi prendono il controllo senza farsi notare. Ecco perché anche davanti a infiniti segnali rossi, si decide di restare, cioè si ritorna sempre al punto di partenza. Un po' come chi non smette di grattarsi una ferita ancora aperta.

Come riconoscere il loop: segnali da non  ignorare 

Capire di essere bloccati in una ripetizione non è semplice. Spesso ci si accorge che qualcosa non va dopo mesi, quando lo stress, l'ansia e la tristezza diventano compagni quotidiani. Ci sono però segnali chiari che potrebbero suggerire una dinamica ricorrente e magari dare la spinta per cambiare davvero. 
Attenzione se: 
  • Ti trovi a giustificare sempre l'altro, davanti  a mancanze evidenti, come se i suoi bisogni venissero prima dei tuoi.
  • Le conversazioni sono spesso conflittuali, eppure della rottura non se ne parla mai sul serio. 
  • Metti in dubbio il tuo valore, pensi che nessuno "ti potrà amare meglio".
  • Ogni volta che inizi un nuova storia, temi che finirà allo stesso modo, e infatti succede. 
  • L' essere lanciati o lanciarsi sembra una catastrofe senza soluzione
Il corpo parla mal di stomaco, insonnia, senso di colpa, nodo in gola, poca energia. Sono spesso sintomi che raccontano un disagio ancora più profondo di quanto si vogli ammettere. A volte si prova una specie di nostalgia per la relazione finita, anche se ci ha fatto male. Non è masochismo, ma più una dipendenza da quello si conosce, per quanto tossico possa essere. 



Commenti

Post popolari in questo blog

Crisi e rinascita dell’olio di canola canadese: l’impatto delle tensioni con la Cina sul mercato globale

Sempre più tartarughe marine nidificano in Italia

L' intelligenza artificiale ci aiuta a interpretare i versi degli animali