Come fa il cervello a scegliere cosa ricordare?




Come fa il cervello a decidere, quali trai i ricordi che continuamente accumuliamo, vivendo valga la pena trattenerlo a lungo nella memoria? Studiando, alcuni topi, intenti ad orientarsi in un labirinto in realtà virtuale, un team di ricercatori ha individuato un nuovo circuito celebrale responsabile di selezionare le esperienze, più salienti di trasformarle in ricordi a lungo termine.

Secondo, la ricerca pubblicata sulla rivista Cell, la parte anteriore del talamo sarebbe incaricata di analizzare le  tracce memoniche e consolidare le più importanti, questa struttura celebrale non è tra quelle solitamente gettonate nei modelli sul funzionamento della memoria.

Topi gamer

Gli scienziati della Rock Feller University hanno iniziato a sospettare che questa regione celebrale fosse implicata nel filtraggio dei ricordi, più incisivi. Gli animali sono stati addestrati per settimane a navigare in un corridoio proiettato in realtà virtuale, davanti a loro, mentre correvano su una pallina rotante. In base alla performance dei topi il labirinto terminava in una stanza con tre diverse ricompense accessibili, anche nel mondo reale: un beccuccio da cui, attingere acqua zuccherata in quantità illimitate, uno stesso beccuccio ma provvisto soltanto di poche gocce d' acqua, oppure un poco piacevole sbuffo d' aria soffiato sul muso.
Lungo il percorso i topi ricevevano segnali aditivi o olfattivi o visivi, che aiutavano ad anticipare il tipo di ricompensa finale.
Gli scienziati hanno messo alla prova la loro capacità di ricordare, osservando con che velocità accorrevano alla ricompensa, vederli anche spediti, verso l' acqua zuccherata e titubanti verso il soffio d'aria significava che sapevano che cosa gli aspettava. Il team ha provato inoltre, a inibire o stimolare l' attività del talamo, una struttura celebrale per l' apprendimento per capire in che modo, ciò influenzasse la formazione di ricordi duraturi.

Una struttura cruciale per fermare i ricordi nel tempo


Stimolare il talamo anteriore ha aiutato i roditori a cristalizzare i ricordi appresi nella memoria, formando tracce a lungo termine. I ricercatori se ne sono accorti, perché i topi così stimolati ricordavano, anche il beccuccio, più avaro di acqua dolce, un' esperienza non particolarmente memorabile che senza quell' aiuto esterno, probabilmente sarebbe stata, facilmente dimenticata.
Inibire l' attività del talamo anteriore ha avuto come effetto una difficoltà dei topi di formare i ricordi a lungo termine, mentre non ha impattato con quella a breve termine. Al contrario, inibire l' ippocampo ha reso difficile, qualunque tipo di ricordo nel breve e nel lungo periodo.

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