Italia: il Senato approva la presenza di gruppi pro vita nei consultori
Più che fare passi avanti nei confronti dei diritti delle donne, sembra che si stia facendo di tutto per voler tornare indietro. Infatti, lo scorso 23 aprile il Senato ha approvato un decreto per l'inserimento di figure pro-vita all' interno dei consultori, nonostante le polemiche del suo inserimento nel decreto Pnrr.
In senato martedì scorso ha approvato un decreto che permette di operare alle associazioni anti- abortistiche nei consultori familiari (anche a quelle pro-vita). Come immaginabile, la misura ha sollevato una serie di critiche sia per la tempistica con la quale, è stata approvata, sia per le modalità, nonostante il tema dell' aborto sia tornato nell' agenda politica del Parlamento Europeo, con una risoluzione su di esso, proprio, in questo mese.
Il permesso di partecipare delle associazioni anti-abortistiche, è stato inserito nel decreto sulle misure finanziate dal Piano di Ripresa e Resilienza e deve essere approvato entro il 1° maggio, su cui la maggioranza ha posto la fiducia, rendendo quasi scontata la sua approvazione.
Il decreto è a firma di Lorenzo Malagola, di Fratelli d' Itali, è già passato alla Camera dei Deputati, la quale ha già approvato il testo sul Pnrr il 16 aprile, alla vigilia delle elezioni regionali in Basilicata, con 185 voti favorevoli, 115 contrari e 4 astenuti: "Strategia politica?"
Un' attacco alla legge 194
Il voto di martedì in Senato, è stato preceduto da una protesta prima davanti al Senato.
Una delle donne presenti alla seduta del Senato, Bianca Monteleone ha detto: "la legge 194 non è fatta per l' autoderminazione del proprio corpo in merito al tema dell' aborto e ha anche aggiunto: "La legge è estremamente paternalistica, perché prevede la tutela sociale della maternità e l'aborto viene visto, come un' eccezione che deve essere ostacolato, il più possibile, anche attraverso misure statali.".
Per gli attivisti a favore dell' aborto (detti anche, pro-vita) è un modo per attaccare la legge 194, infatti avverte la ginecologa Silvana Agatone presidente dell' associazione pro scelta Laiga: "Sta già accadendo, in alcune regioni, come, il Piemonte".
Governo, gli attivisti nei consultori per "attivare veramente" la legge sull' aborto in Italia.
Infatti, la legge che ha depenalizzato l' aborto del 1978, è stata il frutto di un compromesso politico, che però non è mai stato rivisto per poterlo adeguare ai nostri tempi, come invece accaduto in altri Paesi in Europa.
Dalla sua elezione nel settembre del 2022 il governo di destra di Giorgia Meloni, non ha mai messo in discussione il testo della 194, come stato richiesto dai gruppi pro- vita e da chi sostiene la famiglia tradizionale.
Giorgia Meloni ha dichiarato a Bruxelles: "Penso che si debba garantire una libera scelta e per farlo occorre avere tutte le informazioni necessarie, questo è quello che prevede la legge 194 e credo sia la cosa giusta da fare".
La libertà di scegliere
Il problema resta di fondo, che per quanto possiamo essere d' accordo o meno, sull' aborto, la donna è l' unica che ha il diritto di scegliere sul proprio corpo e nessun altro. La libertà di scelta è un tema fondamentale, in un Paese ancora, democratico, perché di per sé la scelta di abortire, è già difficile da prendere per una donna. Rispettiamola.
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