Non ci sono donne ai vertici della salute
Tra le donne e il sistema sanitario permane una frattura, se il dolore è femminile spesso non viene preso sul serio, la violenza ostetricia sminuita e non si fa abbastanza ricerca sulla medicina di genere anche perché alla sanità le donne ai vertici sono ancora pochissime. A dirlo è la Federazione dei porofessionisti pubblici, La PA è formata in maggioranza da donne, che rappresentano il 58,5 percento del totale dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Nelle posizioni alla vertice solo il 33,8 percento è donna.
Secondo la Federazione, l' ultimo cdm, su proposta del Ministro della Salute Schillaci, ha nominato i capi dei nuovi dipartimenti del ministero della salute ma qualcosa ha fatto discutere. Non possiamo non notare neanche questa volta non sia stata nominata neanche una donna. Al Ministero mancano le donne al vertice e questo fa la differenza a livello di diversity e rappresentanza. Secondo l' ordine dei medici e degli odontoiatri, nel 2022 per la prima volta il numero delle donne mediche sotto i 70 anni ha superato il numero dei medici 50,9 percento. Questo dato sembra crescere di anno in anno al diminuire dell' età visto che nella fascia sotto i 65 anni le donne superano chiaramente gli uomini e si arriva a un rapporto di quasi due donne su tre tra gli iscritti all' albo tra i 40 anni e i 44 anni di età.
Le donne in ambito medico ci sono, e sempre di più. Per questo la segregazione verticale è ancora più notevole. Il sorpasso che sarà nei prossimi anni sempre più evidente è ancora solo nei numeri, alle donne è ancora preclusa la possibilità di fare carriera, in media ai vertici arriva solo una su dieci, nello specifico uno su cinquanta diventa direttore di Struttura complessa e uno su tredici direttore di Struttura semplice. Questo tra l' altro equivale negli ambiti dove è più elevata la quota di donne. La loro presenza in posizioni apicali è ugualmente scarsa, a pediatria solo il 10 percento, in psichiatria solo il 25 percento, in ginecologia e ostetricia il 17 percento. Difficile imputare numeri dal genere a una semplice questione di merito. Il punto che questa situazione non fa che riconfermare un trend che condanna la sanità a viaggiare in tranquilla continuità che la metto al riparo dal cambiamento di prospettive, nonostante un momento storico in cui è capillare e indiscussa la presenza femminile.
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