Kazakistan, dopo due secoli i cavalli selvatici sono tornati nella steppa

 


Sette cavalli selvatici reintrodotti nella steppa del Kazakistan, dove mancavano da almeno due secoli.
Gli esemplari sono cavalli di Przewalski, anche detti cavalli mongoli o taski. Quattro di essi provengono dallo zoo di Berlino, mentre altre tre da quello di Praga. Secondo il direttore dello zoo di quest'ultima città, la reintroduzione rappresenta un evento di importanza storica. Arrivati a destinazione gli equini verranno tenuti per un anno in un' area in cui potranno riabituarsi alla convivenza reciproca e alle nuove condizioni climatiche e ambientali, il tutto sotto la stretta sorveglianza di un gruppo di esperti. Successivamente verranno liberati in natura, dove daranno un contributo positivo in termini ecologici, quanto per la fauna quanto per la flora della steppa.

I cavalli Przewalski sono l' ultima specie di cavallo geneticamente selvatico rimasta al mondo, la specie smise completamente di esistere nell' ambiente naturale nel 1960, allora i pochi esemplari ancora esistenti si trovavano in vari zoo d' Europa. Nelle steppe del Kazakistan, i cavalli Przewalski erano del tutto assenti da almeno duecento anni. Le graduali reintroduzioni un natura sono iniziate negli anni '90 prima in Cina e poi in Mongolia. Ora sette esemplari sono stati reintrodotti nella steppa del Kazakistan, loro ambiente originario dove torneranno a convivere insieme agli altri due grandi erbivori della steppa l' asino selvatico (Kulan) e le antilopi Saiga, anch' essi reintrodotti attraverso progetti di conservazione. In futuro altri trenta esemplari Przewalski dovrebbero essere gradualmente reintrodotti in questo ambiente, nell' ambito più ampio del progetto di conservazione della fauna locale portato avanti dalla Altyn Dala Conservation Iniziative, partnership di ONG nazionali e internazionali che collaborano con il governo Kazako, per migliorare e preservare l' ecosistema e la fauna del Paese.

I grandi animali pascolatori sono infatti fondamentali per la sopravvivenza dell' ecosistema della steppa, la quale con i suoi 750 mila chilometri quadrati di estensione, copre un' area che è il doppio di quella della Germania. Questi animali infatti aiutano a redistribuire le risorse sulle lunghe distanze attraverso lo sterco, che fertilizza il suolo, aumenta il numero di insetti e aiuta a disperdere svariate quantità di semi vegetali. In questo modo si diversifica la vegetazione, rendendo l' ecosistema più resistente contro la desertificazione e gli incendi. I grandi erbivori sono inoltre fondamentali per la fauna selvatica di piccole dimensioni, in quanto scavano il letto dei fiumi, facilitano l'accesso dell' acqua oltre ad esporre il foraggio nascosto sotto la neve durante l' inverno. La reintroduzione di questi cavalli dovrebbe quindi costituire un' ulteriore passo alla rinascita di questo ecosistema a lungo minacciato dall' intervento predatorio dell' uomo. 


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