La proposta di legge (ritirata) che voleva multare l' uso del femminile negli atti ufficiali

 



La lingua è l' estensione del pensiero e porre limiti all' uso delle parole equivale ad arginare e circoscrivere i confini del possibile, plasmando una realtà parallela dove certe categorie di persone o realtà che non trovano spazio. Quando accadeva nel romanzo distopico di George Orwell 1984, dove l' impostazione del Newspeak o Neolingua rendeva impossibile ogni forma di pensiero eretico, riducendo sempre di più la libertà di coscienza. Con la proposta di legge di militare l' uso del femminile negli atti ufficiali, come "sindaca", "questora", "prefetta", e "avvocata" , nel testo del senatore leghista Manfredi Potenti era scritto con la presente legge intende preservare l' integrità della lingua italiana, ed, in particolare evitare l' impropria modificazione di titoli pubblici. Dai tentativi simbolici di adottarne la loro definizione alle diverse sensibilità del tempo. 

In un' epoca in cui l' accesso alle donne a certe professioni o vocazioni storicamente giudicate solamente maschili continua a fare notizia, e la leadership femminile nelle aziende rappresenta ancora un' eccezione a cui è giusto dare risalto in paese che venta due donne a capo di due principali partiti, ma non ancora avuto un presidente della Repubblica donna in oltre ottant' anni di storia le distinzioni di genere dovrebbero non solo scritte, ma anche lette, pronunciate e evocate. Ma di certo non proibirle come scelto dal senatore del Carroccio. Occorre scongiurare che la legittima battaglia per la parità di genere, al fine di conseguire visibilità e consenso nella società, ricorra a questi eccessivi e non rispettosi delle istituzioni, si leggeva nel documento fatto circolare delle scorse ore, reputando necessario un intervento normativo che implichi un contenimento della creatività nell'uso della lingua italiana nei documenti istituzionali. 

Nell' articolo tre del testo si insisteva sul divieti al ricorso discrezionale al femminile o sovra esteso a qualsiasi sperimentazione linguistica. E' ammesso l' uso della doppia forma, il maschile universale, da intendersi in senso neutro e senza alcuna connotazione estesa. 

L' obbiettivo era quello di preservare la pubblica amministrazione dalle deformazioni letterali derivanti dalle necessità di affermare la parità di genere nei testi pubblici. La violazione degli obblighi della presente scriveva comporta l' applicazione di una sanzione pecuniaria amministrativa consistente nel pagamento di una somma da mille a cinque mila euro. Alla luce di questo testo che ricalcava una  proposta presentata in Francia lo scorso anno che definiva il linguaggio inclusivo un ostacolo alla comprensione e alla facilità di lettura, tutte le cariche pubbliche declinate il femminile sarebbero dovute quindi essere evitate, privilegiando un maschile sovra esteso che avrebbe alimentato l' idea che nulla sia effettivamente cambiato negli ultimi 50 anni e che le donne, proprio perché non rappresentate nel linguaggio continuano ad avere ruoli subalterni. Perché se in fondo se non vengono nominate non esistono, per fortuna la legge è stata ritrattata ma non abbastanza in fretta da farne diventare notizia.    

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