Oltre gli allevamenti intensivi

 



Dopo essere passata al vaglio degli uffici legislativi, con minime revisioni e integrazioni, viene pubblicata sul sito della Camera dei Deputati la proposta di legge "Oltre gli allevamenti intensivi". Per un transizione agro-ecologica della zootecnia, presentata lo scorso febbraio a Montecitorio dalle associazioni Greenpeace, Medici per l' ambiente, Lipu, Terra e WWF Italia. Oltre alle firme di quindici parlamentari.  

Rendere protagoniste piccole aziende agricole 

Il testo legge propone di rendere protagoniste le piccole aziende agricole, riconoscendo il giusto prezzo agli agricoltori e garantendo ai consumatori l' accesso ai cibi sani e di qualità, secondo i valori positivi del made in Italy, un cambiamento che secondo le associazioni proponenti, deve partire da un freno all' ulteriore espansione ai maxi-allevamenti intensivi, specie nelle zone che già subiscono le conseguenze ambientali e sanitarie di un eccessivo zootecnico. Per incoraggiare la transizione ecologica delle grandi e medie aziende, la proposta prevede inoltre un piano di riconversione del comparto, finanziato con un fondo dedicato e nell' immediato una moratoria all' apertura di nuovi allevamenti intensivi e all' aumento del numero di animali allevati in quelli già esistenti.

Attenzione anche al benessere animale 

Siamo molto soddisfatti che i parlamentari hanno deciso di sottoscrivere il testo di legge, una proposta di buon senso, improntata alla tutela dell' ambiente e della salute pubblica, ma anche a sostegno dei lavoratori del comparto e del benessere animale. Ci auguriamo che il testo ora venga calendarizzato per essere discusso alla Camera alla ripresa dei lavori dichiarano le associazioni. Gli eventi climatici estremi sempre più frequenti, on dell' acqua e del suolo, così come la crisi dell' agroalimentare, impongono una rapida transizione verso un modello che abbandoni i modelli i metodi intensivi e punti a una maggiore efficienza alimentare, prediligendo produzioni a più basso consumo di risorse e dai minori impatti ambientali, sociali, e sanitari. Per questo in autunno saremmo impegnati nell' organizzazione di nuove iniziative a sostegno della proprietà, con il coinvolgimento di enti locali e dei territori che fanno i conti con le ricadute di questo sistema diventato orami insostenibile. 
Il settore zootecnico consuma molta acqua ed emette molta acqua e gas serra, contribuendo pesantemente alla crisi climatica. E' un sistema che deve per forza cambiare. 

Il settore zootecnico 

Il sistema zootecnico, ricordano le associazioni, è responsabile di oltre due terzi delle emissioni nazionali di due terzi delle emissioni nazionali di ammoniaca con conseguenza sulla salute umana. Gli oltre 600 milioni di animali allevati in modo intensivo ogni anno in Italia richiedono un grande uso di risorse spesso sottratte dal  consumo diretto umano. Due terzi dei cereali commercializzati dall' Unione Europea diventano mangime e circa il settanta percento dei terreni è destinato a coltivazioni per l' alimentazione degli animali che richiedono l 'utilizzo di enormi quantitativi d' acqua. Le condizioni di lavoro sono spesso dure e precarie. E non da ultimo il sistema intensivo ha un' impatto diretto e indiretto sulla biodiversità, sia degli ambienti agricoli che di quella acquatica a causa dell' eutrofizzazione delle acque. A ciò si aggiunge che il comparto agro-zootecnico soffre di grandi iniquità, l' ottanta percento dei fondi europei per l' agricoltura italiana finisce nelle tasche di appena il venti percento dei beneficiari, un sistema che penalizza le piccole aziende e favorisce le più grandi. 




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