Violenza contro le donne è una priorità per il 94 percento degli italiani, ma i politici ne parlano pochissimo

 


Quasi tutti gli italiani, il 94 percento senza differenze tra chi dichiara di destra e di chi di sinistra, pensa che la violenza contro le donne sia un tema rilevante, e 8 su 10 ritengono che le attuali politiche non bastino per contrastare il fenomeno. D' altra parte, la risposta e l' interesse della classe politica è molto debole, nell' ultimo anno meno dell' 1,5 percento dei post totali su Facebook e Instagram di governo, parlamentari e rappresentati degli enti locali si è occupato della violenza sulle donne. E quando lo ha fatto, ne ha parlato con scarsa competenza, senza un legame con l' agenda politica nazionale e solo in gravi occasioni di ricorrenze o fatti gravi di cronaca. 2 volte su tre poi a scrivere del tema sono state le politiche donne. 

Sono alcuni dei dati dal report Oltre le Parole. Narrazione Politica percezione pubblica sulla violenza maschile contro le donne, una ricerca di ActionAid. Con la nuova campagna Oltre le Parole denuncia e il disinteresse e la retorica della narrazione politica in particolare con l' Osservazione di Pavia e B2Research, che ha raccolto e analizzato i social dei rappresentati italiani e politici italiani e ha intervenuto che un' indagine demoscopica gli italiani e le italiane per conoscere le opinioni. 

Ancora una volta la violenza appare come un' affare di donne. La violenza maschile contro le donne è una conseguenza delle disuguaglianze di genere e il suo contrasto deve toccare tutti gli ambiti della politica nazionale. Per attuare norme realmente trasformative la classe politica deve diventare competente e indipendentemente dal genere e dal ruolo ricoperto. E' quindi necessario formare coloro che la legiferano e governano. Ma non solo la politica passi dalle parole ai fatti e raggiunga una convergenza nell' approvare una legge che introduca l' educazione sessuale e affettiva di genere nelle scuole. 

Un anno fa dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, l' intero panorama politico nazionale aveva dichiarato la necessità di cambiare le cose e fermare la mattanza, ma nella realtà era stata definita una emergenza da non dimenticare, viene ricordata solo in prossimità di giornate mondiali, femminicidi efferati o in concomitanza di iter legislativi come per il Codice Rosso

Le più attive sulla comunicazione sul tema sono la deputata Stefania Ascari del movimento cinque stelle, con 98 post su Facebook e 102 su Instagram e Martina Semenzato di Noi Moderati con 70 post su Facebook e 102 su Instagram. La comunicazione politica è concentrata sulla prevenzione del fenomeno soprattutto dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, ma alcuni messaggi vanno in conflitto con quel prescritto da sistema antiviolenza. un messaggio su dieci risulta essere poco chiaro, tanto da diventare fuorviante, confusione su definizioni e dati, sessismo benevolo cause attribuite al contesto etnico-religioso o di provenienza, richiami a problemi di sicurezza pubblica e delle strade, fino alla castrazione chimica come strumento di prevenzione di recidive. 

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