Miss Italia e bellezza femminile, tra ipocrisie e demonizzazioni
A giudicare dall' impietoso documentario di Netflix sul concorso ideato da Enzo Mirigliani (Miss Italia non deve morire), che ne traccia una parabola tra il discendente tra il trash e il malinconico, si direbbe di no. Questo spettacolo è stato superato dalla critica sentenzia il critico tv Riccardo Bocca.
E mentre ancora risuonano le parole con cui l' allora presidente della Camera Laura Boldrini, si compiaceva della cancellazione del concorso dalla Rai, mi chiedo quando il supereremo il tabù della bellezza in quanto tale.
L' ipocrisia in tv
Già perché. a differenza di quello che potrebbe apparire, togliere questo concorso dai palinsesti è stato più facile e ipocrita di quanto si potesse fare. E infatti resistono le veline di striscia la notizia, le ragazze che illustrano il meteo in minigonna, e quelle che girano le caselle dei cruciverba, distrattamente mostrando il lato B. Tutto questo è possibile perché l'uso della bellezza femminile passa inosservato in un contesto diverso (la satira, il gioco. ecc..). Esistono le competizioni di intelligenza di forza e abilità, tutte doti naturali che come la bellezza, possono essere "alleate" , ma Miss Italia non si può perché mercifica i corpi. Quando smetteremo di demonizzare la bellezza femminile. Quando ammetteremmo che l'avvenenza si può usare legittimamente per lavorare come qualsiasi altra qualità non c'è nulla di sbagliato. Sapete quando Miss Italia ha perso quando he smesso di essere una gara estetica per fingere di essere altro per placare le critiche. Da qui il tentativo delle concorrenti di apparire non solo belle, dichiarando cose tipo "vorrei la pace nel mondo", lo dice bene nel documentario Jerry il decano degli agenti regionali: il concorso è stato snaturato. Dovevamo fregarcene e difendere il nostro prodotto.
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