L' Italia è il primo paese al mondo a riconoscere l' obesità come malattia
Con il voto definitivo del Senato, l' Italia è il primo paese al mondo a riconoscere l' obesità come una malattia, cronica, progressiva.
La nuova legge a firma dell' onorevole Roberto Pella, introduce un programma nazionale di prevenzione, un piano di formazione per medici e pediatri di base e l'istituzione di un Osservatorio presso il Ministero della salute. Una svolta storica che segna un cambio di passo nella lotta a quella che è oramai considerata una delle principali emergenze sanitarie globali.
Obesità: una malattia riconosciuta per legge
La normativa approvata il primo di ottobre definisce l' obesità una condizione cronica e complessa, che richiede percorsi di prevenzione e cura strutturati. L' onorevole Pella, primo firmatario del provvedimento, ha sottolineato come l' Italia si faccia da apripista a livello europeo, perdendo la salute pubblica al centro e riducendo stigma e discriminazioni.
Il disegno di legge prevede:
- Un programma nazionale di prevenzione.
- un piano di formazione per medici di base e pediatri.
- la creazione di un Osservatorio Nazionale sull' obesità presso il Ministero delle Salute.
- iniziative di sensibilizzazione legate a eventi sportivi e campagne informative contro stigma e bullismo.
Per il Ministero della Salute l'approvazione della legge rappresenta "un segno di civiltà" che dimostra anche l'attenzione del governo per la salute pubblica. Il Ministro ha ribadito come l' obesità sia un fattore di rischio per molte patologie croniche, metaboliche e oncologiche, annunciando di valutare l' inserimento della patologia nei Livelli Essenziali di assistenza (Lea), insieme a una maggiore attenzione alla prevenzione e alla formazione specifica.
I numeri dell' epidemia
Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima):
- quasi un adulto su due è in eccesso di peso (46,3 percento)
- Oltre sei milioni di persone sono obese.
- tra i bambini di 3-10 anni, il 33 percento ha problemi di peso.
Numeri che confermano la necessità di strategie integrate, dall' alimentazione mediterranea alla revisione degli spazi urbani, per ridurre l'impatto dell' ambiente obesogeno.

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