Un sensore fra i capelli per rispondere al telefono con il pensiero
Micropuntine sulla cute funzionano per dodici ore.
Rispondere a una domanda con il pensiero diventa possibile grazie a minuscoli sensori nascosti tra i capelli, capaci di funzionare oltre dodici ore senza ricarica. E' la nuova interfaccia cervello-macchina, che consiste in micro-puntine che aderiscono al cuoio capelluto e che funzionano anche quando si corre.
Da anni solo allo studio le cosiddette interfacce celebrali, ossia sensori capaci di coglierei segnali dell' attività celebrale e tradurli in azioni concrete, come muovere un braccio robotico o controllare un dispositivo elettronico. I maggiori successi sono arrivati finora dai dispositivi che soprattutto vengono impiantati chirurgicamente nel cervello ma si tratta di metodi complessi e che possono comportare anche problematiche non banali. Altra strada è quella dei sensori esterni, da poggiare sulla cute: strumenti sicuri, non invasivi ma la cui sensibilità è ancora piuttosto bassa.
Il gruppo di ricerca coreano ha però ora sviluppato una sorta di placchette dalla dimensione di pochi millimetri che possono essere direttamente inserite tra i follicoli piliferi e che grazie, a microaghi sono in grado di catturare i segnali elettrici prodotti dal cervello in modo efficiente. Il dispositivo è stato testato su sei persone che sono state in grado agevolmente di controllare semplici interazioni nel corso di alcune videochiamate.
In particolare sono riuscite a rispondere alle videochiamate, rifiutarle, abbandonarle agendo con il solo pensiero. I dati della ricerca indicano alta affidabilità nella lettura dei segnali e il funzionamento dello strumento per dodici ore, anche in condizioni di vita quotidiana, ad esempio mentre si cammina o anche mentre si corre. Uno sviluppo che potrebbe portare presto alla commercializzazione di prodotti tecnologici capaci di far entrare il cervello in diretta comunicazione con PC o con uno smartphone.
Commenti
Posta un commento