Molti tiktoker danno consigli sbagliati sulla salute mentale

 




Mangiare un' arancia sotto la doccia, assumere zafferano, glicinato di magnesio o tulsi per alleviare l' ansia: sono alcuni consigli che alcune tiktoker danno nei loro video dove parlano di salute mentale, nella maggior parte dei casi danno informazioni del tutto o parzialmente errate. E' quanto emerge da un' inchiesta condotta dal quotidiano The Guardian, che ha sottoposto al vaglio degli esperti i cento video più visti su TikTok con l' hashtag #mentalhealphtips. 

Imprecisioni e semplificazioni 

Secondo quanto riportato da un team di psicologi, psichiatri ed esperti accademici, 52 dei 100 video analizzati che parlavano di salute mentale contenevano qualche informazione errata, o molti altri erano vaghi e poco utili. Alcuni post utilizzavano il linguaggio terapeutico in modo sbagliato, intercambiando termini come benessere, ansia e disordine mentale come fossero sinonimi, spiega al The Guardian il neuropsichiatra David Okai, sottolineando che molti video offrivano consigli generali basati su esperienze personali. 
Un' altro errore è trattare la malattia come una ricetta magica per guarire. E' vero che la terapia è efficace, ma è anche importante sottolineare che non si tratta di una soluzione magica, rapida che va bene per tutti. 

Cure in trenta secondi 

Secondo la psicologa Amber Johnson la maggior parte dei video conteneva qualche informazione corretta, ma tendeva a generalizzare e minimizzare la complessità del disturbo da stress post traumatico e dei sintomi di un trauma. Sembra che tutti i sintomi siano simili per tutti, e che possano essere spiegati in un reel di trenta secondi. 

Consapevolezza e libertà di espressione 

Non esistano cure universali o consigli segreti per guarire in dieci giorni: se da un lato i social possano aiutare a diffondere consapevolezza riguardo all' esistenza di esistenza di diversi disturbi mentali, dall' altro è importante l' accesso a fonti autorevoli contenenti informazioni aggiornate e basate sulle evidenze. Dal canto suo un rappresentante di TikTok risponde piccato, sostenendo che la piattaforma sia un luogo di libera espressione dove le persone possono condividere le proprie esperienze e che lo studio del the Guardian, si oppone a questa libera espressione e suggerisce che le persone non dovrebbero poter condividere le proprie storie. 



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