A Tirana 130 donne afghane si stanno riunendo per non essere dimenticate
A riportare la notizia è il the Guardian, che racconta delle difficoltà di incontrare sulla strada molte di loro, che da ogni parte del mondo cercano di raggiungere il summit per riunire la propria testimonianza insieme a quella di altre donne. Vengono da paesi come l' Iran, il Canada, il Regno Unito, gli Stati Uniti, dove vivono da rifugiate. Alcune non sono riuscite ad arrivare a destinazione perché dall' Afghanistan è stato impedito loro di partire. Altre invece sono state fatte scendere dai voli in Pakistan. In questi tre giorni le donne afghane di ogni provenienza si riuniscono per riunire i loro sforzi per cambiare l' attuale status quo in momento in cui le donne afghane sono completamente cancellate dalla sfera pubblica ha spiegato Fawzia Koofi, attivista ed ex parlamentare afghana, la cui organizzazione Women for Afghanistan ha organizzato il vertice. Miriamo a definire le strategie su come rendere i talebani responsabili delle violazioni dei diritti umani che perpetrando e su come migliorare la situazione economica delle donne all' interno del Paese.
Non saremo messe a tacere spiega Seema Ghani ex ministro sotto il governo Hamid Karzai, e ora attivista per i diritti delle donne che è rimasta in Afghanistan per svolgere attività umanitarie. Le donne e le ragazze all' interno dell' Afghanistan vivono una vita dominata ogni giorno dalla paura. Il solo fatto di uscire di casa rappresenta un calvario. Il mondo va avanti ma noi siamo qui, tutti insieme per cercare di non essere dimenticate. Noi siamo tutti qui per essere d' accordo l'uno con l'altro, ma siamo qui per parlare e dibattere e si spera concludere con una voce unita. Il vertice che he richiesto due anni di preparazione è stato ospitato dal governo albanese a Tirana dopo che molti altri governi in tutta la regione si erano rifiutati di ospitarlo e punta a pubblicare un serie di richieste o linee guida per la comunità internazionale che stabiliscono come le donne afghane vogliono rispondere all' attacco sistematico ai loro diritti e alla loro libertà da parte dei talebani.
Lo scorso anno era stata lanciata una campagna per far riconoscere il loro trattamento delle donne de parte del regime come "apartheid di genere" e quindi crimine contro l' umanità. Ma la condanna per il momento sembra caduta a vuoto. La complessa situazione internazionale con il Medio Oriente e le elezioni statunitensi attese a novembre, rendono ancora più difficile qualsiasi previsione sul futuro per queste donne che tuttavia non sono disposte a essere dimenticate.
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