Evoluzione: il prezzo dell' intelligenza lo paghiamo in salute mentale
Soffriamo di malattie mentali da quando il nostro cervello si è evoluto per renderci più intelligenti: è questa l' ipotesi di uno studio pubblicato su Celebral Cortex, che ha tracciato una linea evolutiva della genetica umana scoprendo che le mutazioni legate allo sviluppo cognitivo sono quasi sempre state seguite da mutazioni connesse all' insorgenza di malattie mentali, come depressione o dipendenza dall' alcol. I progressi cognitivi potrebbero essere avvenuti al prezzo di rendere il nostro cervello più vulnerabile ai disturbi mentali, spiega Ilan Libedinsky, coordinatrice della ricerca.
Lo studio
Il team ha indagato le origini evolutive di 33 mila varianti genetiche presenti negli umani contemporanei e connesse a diversi tratti come capacità cognitive, e condizioni psichiatriche, oltre a caratteristiche fisiche e legate alla salute come la forma degli occhi e il cancro.
La maggior parte di queste varianti sono emerse tra i tre milioni e i quatto mila anni fa, con un' esplosione negli ultimi 60 mila anni attorno al periodo della grande migrazione dell' Homo Sapiens dall' Africa.
Varianti contemporanee correlate
Le varianti legate ad abilità cognitive avanzate sono emerse relativamente di recente rispetto a quelle di altri tratti: in particolare quelle legate all'intelligenza fluida, ovvero la capacità di risolvere nuovi problemi, si sono formate circa 500 mila anni fa.
"Solo" (in termini evolutivi) 25 mila anni dopo, in media sono emerse varianti legate a problemi psichiatrici. Questa tendenza si sarebbe ripetuta nel tempo: negli ultimi 500 anni, per esempio, il manifestarsi di varianti legate al linguaggio è stato seguito alla formazione di altre mutazioni legate alla dipendenza di alcol e alla depressione.
Una visione parziale?
Il genetista Simon Fischer, che non ha partecipato alla ricerca, riconosce l'interesse dello studio, che consente agli scienziati di riesaminare questioni di lunga data sull' evoluzione umana, mettendo alla prova le ipotesi in modo concreto grazie ai dati reali ricavati dai nostri genomi.
Tuttavia ne sottolinea anche un punto debole, ricordando che questo tipo di ricerca si limita a esaminare i siti genetici che variano ancora oggi da persona a persona, lasciando da parte cambiamenti più antichi, oramai diventati universali, che potrebbero stati fondamentali per la nostra evoluzione.

Commenti
Posta un commento